"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
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GLI ALUNNI DELLA CLASSE1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni
Grazie a tutti per la collaborazione
martedì 2 dicembre 2014
Bocciare meno al biennio delle superiori per contrastare l’abbandono scolastico
Bisogna bocciare meno al biennio delle superiori per contrastare l’abbandono scolastico. È quanto consiglia uno studio della Camera dei deputati sulla dispersione scolastica in Italia e riportato dla Corriere della Sera che analizza i motivi del prematuro addio agli studi da parte dei ragazzi. “Gli abbandoni della scuola avvengono prevalentemente nel primo biennio della superiore in genere a seguito di una bocciatura” si legge nell’indagine di Montecitorio che aggiunge: “Vari esperti osservano che la bocciature all’inizio del corso di studi superiore si rivela spesso decisiva per la scelta di abbandonare la classe”. Insomma una delle ipotesi è proprio che a favorire l’abbandono prematuro degli studi siano le bocciature nei primi anni di superiori. Dunque, secondo l’indagine, “è importante una decisa azione di contenimento delle bocciature in particolare nei primi due anni di scuola secondaria dove le bocciature stimate sono 185 mila, attraverso piani di studio più flessibili e personalizzati”.
Includere e non escludere
L’obiettivo finale secondo lo studio è quello dell’inclusione non sbarrando la strada dopo il primo anno ma valutando i ragazzi soltanto alla fine del biennio. Il Governo sembra essere d’accordo con questa impostazione. “Il biennio deve essere un periodo di inclusione, non di sbarramento, quindi, soprattutto nelle scuole professionali e tecniche, vogliamo avviare una serie di attività inclusive che spingano gli studenti a diventare una comunità, anche in collaborazione con le famiglie” ha spiegato infatti il sottosegretario all’Istruzione con delega alla dispersione scolastica, Angela D’Onghia.