Il 18 dicembre 1935 va in scena a Roma e in tutta Italia la “Giornata della Fede“, meglio conosciuta come la donazione dell'”Oro alla Patria“. In seguito alle sanzioni delle Nazioni Unite per l’attacco dell’Italia all’Etiopia, Mussolini chiede ai cittadini di donare le fedi nuziali e tutti gli oggetti di valore, per sostenere i costi della guerra e far fronte così alle misure restrittive imposte che prevedevano, tra le altre cose, il divieto di esportare prodotti italiani all’estero.
A piazza Venezia si svolge la manifestazione principale. Tra i 250mila oggetti di valore raccolti, non passarono sotto silenzio la fede nuziale della Regina Elena, il collare dell’Annunziata del Principe Umberto, i lingotti d’oro donati da re Vittorio Emanuele, la medaglia del Nobel di Luigi Pirandello. E, ancora, una cassa piena d’oro inviata da GabrieleD’Annunzio, le medaglie da senatore di Luigi Albertini e di Benedetto Croce.
Al posto della fede d’oro, ai donatori veniva data una fede di ferro contenente l’iscrizione Oro alla Patria. In totale vengono raccolte oltre 37 tonnellate d’oro e 115 d’argento. Per il fascismo è un successo, soprattutto in termini di propaganda
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