“CARO NIPOTE, STUDIA A MEMORIA!”.
Umberto Eco, sempre diretto e senza ipocrisie, ha ricordato a tutti noi l’importanza del ricordo: esercitare la memoria per poter “camminare più velocemente” con il nostro cervello.
È vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fosse Carlo Magno … non hai che da premere qualche tasto e Internet te lo dice subito. Fallo quando serve, ma dopo che lo hai fatto cerca di ricordare quanto ti è stato detto per non essere obbligato a cercarlo una seconda volta … Il rischio è che, siccome pensi che il tuo computer te lo possa dire a ogni istante, tu perda il gusto di mettertelo in testa. Sarebbe un poco come se, avendo imparato che per andare da via Tale a via Talaltra, ci sono l’autobus o il metro che ti permettono di spostarti senza fatica (il che è comodissimo e fallo pure ogni volta che hai fretta) tu pensi che così non hai più bisogno di camminare. Ma se non cammini abbastanza diventi poi “diversamente abile”, come si dice oggi per indicare chi è costretto a muoversi in carrozzella … La memoria è un muscolo come quelli delle gambe, se non lo eserciti si avvizzisce e tu diventi (dal punto di vista mentale) diversamente abile e cioè (parliamoci chiaro) un idiota.
Partiamo da un assunto e cioè dal fatto di come il cervello sia diviso in due parti distinte, ognuna delle quali ha proprie peculiarità:
l’emisfero sinistro con funzioni logiche e relazionali;
l’emisfero destro con funzioni creative e intuitive.