Nel progetto coinvolta anche universita' Modena e Reggio
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 dic. -
Aiuterà i bambini autistici nell'apprendimento, ma anche gli educatori a velocizzare la raccolta dei dati e i trattamenti. E' il tavolo interattivo messo a punto con la tecnologia del Cern di Ginevra, a partire da una richiesta della fondazione Arbor. Partecipa al progetto anche l'Università di Modena e Reggio Emilia a cui è stato consegnato anche il software open source su cui si basa il dispositivo. Il progetto, racconta alla 'Dire' il ricercatore dell'Unimore Matteo Vignoli, "è nato da una sfida tecnologica. E cioè fare in modo che la tecnologia possa andare incontro a tutte le persone che stanno dietro ad una persona affetta da questo problema, quindi non solo il bambino autistico, ma anche la famiglia, le maestre, gli psicologi e gli educatori".
L'obiettivo, dunque, "è quello che la tecnologia diventi inclusiva". Dopo lo spunto lanciato dalla fondazione Arbor, prosegue il ricercatore, "abbiamo coinvolto lo Iescum (Istituto europeo sullo studio del comportamento) e il Cern per far sì che ci fosse la tecnologia più alta ad oggi disponibile". La sintesi "ha portato una soluzione che è già stata sperimentata in un centro di Piacenza con esiti positivi ed ora, con il software che ci è stato donato dal Cern, potremo ridurre l'impatto del tempo necessario agli educatori per effettuare un trattamento". La riduzione, conclude Vignoli, "è stimata nel 30%, cioè ogni tre trattamenti sui bambini se ne potrà fare uno in piu'. Questo, conclude, "è uno dei risultati maggiori che possono essere dati da una tecnologa applicata alla società".
Prof. Simone Aurelio
Aiuterà i bambini autistici nell'apprendimento, ma anche gli educatori a velocizzare la raccolta dei dati e i trattamenti. E' il tavolo interattivo messo a punto con la tecnologia del Cern di Ginevra, a partire da una richiesta della fondazione Arbor. Partecipa al progetto anche l'Università di Modena e Reggio Emilia a cui è stato consegnato anche il software open source su cui si basa il dispositivo. Il progetto, racconta alla 'Dire' il ricercatore dell'Unimore Matteo Vignoli, "è nato da una sfida tecnologica. E cioè fare in modo che la tecnologia possa andare incontro a tutte le persone che stanno dietro ad una persona affetta da questo problema, quindi non solo il bambino autistico, ma anche la famiglia, le maestre, gli psicologi e gli educatori".
L'obiettivo, dunque, "è quello che la tecnologia diventi inclusiva". Dopo lo spunto lanciato dalla fondazione Arbor, prosegue il ricercatore, "abbiamo coinvolto lo Iescum (Istituto europeo sullo studio del comportamento) e il Cern per far sì che ci fosse la tecnologia più alta ad oggi disponibile". La sintesi "ha portato una soluzione che è già stata sperimentata in un centro di Piacenza con esiti positivi ed ora, con il software che ci è stato donato dal Cern, potremo ridurre l'impatto del tempo necessario agli educatori per effettuare un trattamento". La riduzione, conclude Vignoli, "è stimata nel 30%, cioè ogni tre trattamenti sui bambini se ne potrà fare uno in piu'. Questo, conclude, "è uno dei risultati maggiori che possono essere dati da una tecnologa applicata alla società".
Prof. Simone Aurelio