di Marzia Rubega
“Se la scintilla non scocca, niente da fare: non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore”
(Italo Calvino, Perché leggere i classici)
Già nella primissima infanzia, la voce del genitore che recita una filastrocca, racconta una storia o la legge ad alta voce è strumento prezioso per trasmettere la passione per la lettura. Una scoperta e un piacere che si nutre del tono carezzevole e familiare dell’adulto. E proprio attraverso l’ascolto, la lettura ad alta voce, ogni bimbo può essere accompagnato a scoprire (rinnovandolo a ogni tappa della sua crescita) l’amore per i libri.
“Se a casa, un bambino ha conosciuto il gusto di ascoltare la lettura fatta dagli adulti o se gli sono state narrate fiabe e storie, a scuola si impegnerà di più perscoprire la lettura in prima persona, per riprovare quel gusto già provato”, dice Ermanno Detti, saggista e scrittore per ragazzi, nel suo libro Piccoli lettori crescono (Erickson).
Per il bimbo in età scolare, leggere insieme, in famiglia (ma anche a scuola) è un ottimo sistema per avvicinarsi ai grandi classici della letteratura per l’infanzia.
I tempi sono cambiati, i gusti e il contesto culturale ma ancora oggi i libri del passato possono ‘parlare’ al cuore dei giovani lettori. Perché affrontano temi e situazioni universali (a differenza dei libri di ‘moda’ che hanno vita breve), rivelando quella giostra di emozioni che appartiene, al di là del tempo, all’umana esistenza.
Tuttavia, non tutti i classici hanno la forza e il potere di affascinare i bambini di oggi.
Quali libri ‘non funzionano più’?
“Non vanno bene quelli scritti da autori più interessati a illustrare teorie pedagogiche che a inventare storie interessanti, più inclini ad andare nostalgicamente alla ricerca del proprio io-bambino piuttosto che, di quell’io, catturare e far rivivere piccole e grandi manifestazioni, senza indulgere a compiacimenti, sentimentalismi o moralismi” (R. Valentino Merletti, B. Tognolini, Leggimi forte, Salani).
Un altro aspetto non secondario sono le traduzioni: è importante proporre i classici in una versione fedele all’originale (senza riduzioni o adattamenti) ma attuale, vicina al linguaggio di oggi.
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