Appare ovvio che nessuno possa conoscere la ricetta per dare ai propri figli una felicità autentica e duratura. Ebbene, un aspetto da non dimenticare è che per educare, bisogna capire, intuire e soprattutto “costruire”.
La felicità, il rispetto e l’allegria sono anch’esse chiavi per l’apprendimento della vita, poiché ci insegnano ad essere forti, ci aiutano a capire ciò per cui vale la pena lottare, e soprattutto, ciò che vale la pena mantenere in vita.
Chi non ha conosciuto la felicità nella sua infanzia non può che guardare la vita con diffidenza e timore. Durante i primi anni di vita, la sofferenza non insegna nulla: essa limita piuttosto il corretto sviluppo del bambino. Non dimenticatelo.
Crescere nella paura porterà a vivere sottoposti ad alti livelli di stress e ansia.
L’apprendimento acquisito attraverso metodi severi non lascia tracce, bensì cicatrici indelebili nell’anima. Ciascuna emozione negativa che il bambino interiorizza nella propria mente e nel proprio cuore, comporterà una mancanza e una ferita nell’adulto di domani.
Per insegnare, non è necessario imporre, non serve alzare la voce o proibire: ciò di cui c’è bisogno è la capacità di accendere la curiosità. Diceva Paulo Freire che insegnare non è trasferire conoscenza, ma creare le possibilità per produrre e costruire conoscenza. E ciò potrà ottenersi soltanto mettendo in azione un’adeguata Intelligenza Emotiva, attraverso il rispetto e l’affetto sincero da donare sempre al bambino.