"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:
Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)
Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
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GLI ALUNNI DELLA CLASSE
1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,
Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni

Grazie a tutti per la collaborazione

mercoledì 23 marzo 2016

Non serve ferire per insegnare né soffrire per apprendere

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Per insegnare la bellezza della vita, non servono grida, brutte parole o atteggiamenti severi. Non c’è bisogno di soffrire per scoprire che sapore ha l’allegria; se così fosse, la felicità apparirebbe come una stella irraggiungibile.
Se la vostra infanzia è stata segnata da un’educazione autoritaria e severa, saprete voi stessi che, lungi dall’ottenere risultati positivi, i metodi troppo duri spesso lasciano nell’anima l’impronta delle numerose carenze affettive, insufficiente affetto e mancati riconoscimenti.
L’arte dell’educazione s’intesse attraverso l’affetto, le emozioni e l’acuta saggezza di chi comprende che insegnare significa imparare due volte, e che apprendere deve sempre essere un piacere.
C’è chi è convinto del fatto che il miglior apprendimento derivi dalla sofferenza. In realtà, si tratta di un’idea piuttosto estrema che non può essere applicata alla leggera. L’aver sofferto ci insegna sicuramente il valore di determinati aspetti, ci consente di scoprire strategie e spesso ci indirizza sul giusto cammino da percorrere.
Ebbene, seppur nella vita l’apprendimento derivi dal tempo e dall’esperienza, la possibilità di partire da una base solida e sicura come un’infanzia felice – durante la quale imparare a costruire legami forti e duraturi –, vorrà dire essere già a metà strada. Insegnare non significa soltanto trasferire conoscenza e regole. Per insegnare, non c’è bisogno di soffrire né di ricevere urla o rimproveri: insegnare significa educare alle emozioni per essere forti nella vita.

Insegnare è l’arte di accendere la curiosità

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Appare ovvio che nessuno possa conoscere la ricetta per dare ai propri figli una felicità autentica e duratura. Ebbene, un aspetto da non dimenticare è che per educare, bisogna capire, intuire e soprattutto “costruire”.
La felicità, il rispetto e l’allegria sono anch’esse chiavi per l’apprendimento della vita, poiché ci insegnano ad essere forti, ci aiutano a capire ciò per cui vale la pena lottare, e soprattutto, ciò che vale la pena mantenere in vita.
Chi non ha conosciuto la felicità nella sua infanzia non può che guardare la vita con diffidenza e timore. Durante i primi anni di vita, la sofferenza non insegna nulla: essa limita piuttosto il corretto sviluppo del bambino. Non dimenticatelo.
Crescere nella paura porterà a vivere sottoposti ad alti livelli di stress e ansia.
L’apprendimento acquisito attraverso metodi severi non lascia tracce, bensì cicatrici indelebili nell’anima. Ciascuna emozione negativa che il bambino interiorizza nella propria mente e nel proprio cuore, comporterà una mancanza e una ferita nell’adulto di domani.
Per insegnare, non è necessario imporre, non serve alzare la voce o proibire: ciò di cui c’è bisogno è la capacità di accendere la curiosità. Diceva Paulo Freire che insegnare non è trasferire conoscenza, ma creare le possibilità per produrre e costruire conoscenza. E ciò potrà ottenersi soltanto mettendo in azione un’adeguata Intelligenza Emotiva, attraverso il rispetto e l’affetto sincero da donare sempre al bambino.

sabato 19 marzo 2016

Festa del papà 2016, quando i grandi geni della storia sono genitori terribili di Davide Turrini

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Cosa hanno in comune Galileo Galilei, Jean-Jacques Rousseau, Alessandro Manzoni, Albert Einstein, Lev Tolstoj, Charlie Chaplin? Senz’altro un’irrefrenabile e sregolata genialità, ma anche l’innata e testimoniata capacità di essere pessimi padri, raccontata nel pungente saggio "Grandi uomini piccoli padri"Galilei ebbe tre figli mai dichiarati per vergogna o “nati per fornicazione”. Dell’epistolario della primogenita Virginia s’è detto, come dei silenzi del padre, definito dai biografi come “uomo crudele” che “sa misurare le distanze tra pianeta e pianeta ma non tra cuore e cuore”.
Rousseau, padre della moderna pedagogia ed illuminista, ebbe 5 figli e li portò tutti, tutti non quattro o tre, appena nati, all’ospizio dei trovatelli: “il primo fu un atto risoluto, senza il minimo scrupolo”, “l’anno dopo stesso inconveniente, medesimo espediente”, e via così. Lo faceva perché pensava, a sua detta, che con lui sarebbero stati peggio perché non poteva mantenerli.
Manzoni di figli ne ha avuti dieci. E anch’esso di fronte ad una delle figlie, Matilde, sbattuta lontana, mantenuta da altri, che lo implorava via lettera di andare a trovarla perché malata di tisi stava per morire, lui temporeggiava, cinque anni di assenza totale, pensando ai suoi bachi da seta e ai suoi gelsi “forse verrò a fine estate”. “Non volse mai a sua figlia uno di quegli sguardi profondi che il poeta gitta nel cuore umano che riservò al cuore dei suoi personaggi”.

SEI FORTE PAPA'


PER ESSERE UN BUON INSEGNANTE DEVI AVERE:

venerdì 18 marzo 2016

Perché è cosi importante l’autostima infantile?

autostima
L’autostima è uno dei sentimenti più importanti per condurre una vita felice. Per costruire e mantenere un benessere sociale ed emotivo è fondamentale credere in se stessi.
A cosa serve l’autostima infantile?
Anche e soprattutto per i bambini, un livello di autostima sano aiuta a costruire relazioni positive. Inoltre, un bambino che crede in se stesso è un bambino che avrà meno difficoltà a sfruttare quelle che sono le sue potenzialità. Infatti, l’autostima infantile è importantissima per costruire una personalità in grado di affrontare le piccole grandi vittoriedella vita. Credere in se stessi aiuta a:
• Sviluppare capacità d’amare ed essere amati.
• Sentirsi in grado di affrontare in maniera sana i piccoli grandi successi.
• Superare, in maniera positiva, i fallimenti.
Come si forma l’autostima infantile?
Secondo lo psicologo statunitense Marshal Rosemberg, la formazione dell’autostima è strettamente legata alle valutazioni degli altri. Il bambino è come una spugna. Assorbe le emozioni che lo circondano, percepisce chiaramente gioie e dolori, ansie e insicurezze. Per questa ragione è importantissimo costruire un ambiente idoneo, sereno, sicuro, tranquillo.
La vita da adulti è fatta di responsabilità. Spesso però si tende ad associare il concetto di responsabilità alle esigenze materiali (come il lavoro, la casa, la disponibilità economica) trascurando la sfera emotiva. Per uno sviluppo sano del bambino un ambiente ricco di affetti, di sentimenti positivi, è necessario quanto i bisogni materiali.
Nei prossimi paragrafi scoprirete una serie di consigli per imparare a insegnare ai bambini a credere in se stessi.
Autostima: come insegnare ai bambini a credere in se stessi

1) Dedicategli del tempo, non trascurarli!
Anche se sono piccoli i bambini si accorgono anche delle minime sfumature. Credete che comprargli 1000 giochi possa bastare? I bambini hanno bisogno, di attenzioni vere, di tempo da trascorrere in loro compagnia. Gli oggetti sono dei semplici “contentini”, la gioia che ne deriva è fittizia e svanisce più in fretta di quanto pensiate.

giovedì 17 marzo 2016

mercoledì 16 marzo 2016

I figli seguono il nostro esempio, non i nostri consigli

madre e figlia feliciLa maggior parte dei bambini ascolta quello che diciamo, alcuni fanno persino quello che diciamo, ma tutti i bambini fanno quello che facciamo noi 
Il ruolo di genitori è uno dei più complicati che si possano svolgere durante l’arco della vita dato che avere un figlio implica, tra le tante cose, una felicità estrema ed uno sforzo costante per la sua educazione e la sua crescita in quanto persona. In quanto padre o madre, la vostra figura sarà probabilmente il maggior punto di riferimento per vostro figlio.
Di fatto, vi renderete conte che, man mano cresca, vostro figlio cercherà di imitare le vostre condotte e potrà persino essere cosciente di vostri modelli di comportamento che non sapevate di possedere e nei quali, all’improvviso, vi vedete riflessi. Essere un genitore vuol dire essere d’esempio affinché i figli possano essere sufficientemente consapevoli da plasmare i propri modelli di vita.
Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza sono decisivi
L’infanzia e l’adolescenza  presentano tante sfide sia per i bambini sia per il loro genitori. È così perché sono le fasi in cui la persona inizia ad inserirsi attivamente nella famiglia, a conoscere abitudini e culture specifiche, a forgiare quello che possono essere i propri valori e principi futuri.madre e figlia di spalle che si abbracciano
Per questo motivo, la disciplina, accompagnata alla genetica posseduta da vostro figlio, è molto importante. Questa educazione, inoltre, proviene dai genitori, dagli amici che più in là il bambino conoscerà a scuola, dai suoi professori, etc. Quello che vostro figlio vedrà in queste cerchie sociali sarà quello di cui si impregnerà, attraverso esempi da seguire.
Il consiglio deve essere accompagnato dall’azione
I bambini osservano tutto, pertanto quello che dite deve essere accompagnato da un’azione rappresentativa: se, come genitore, gli date qualche consiglio , ma fate l’opposto, probabilmente vostro figlio farà più attenzione a quello che fate piuttosto che a quello che dite. Saranno molte le occasioni in cui vostro figlio vi recriminerà di non predicare con l’esempio, cosa che vi aiuterà anche a rendervi conto delle vostre debolezze e dei vostri difetti.
“La parola convince, ma l’esempio trascina. 
Non ti preoccupare se i tuoi figli non ti ascoltano
 ti osservano tutto il giorno.”
-Madre Teresa di Calcutta"
In questo modo, la coerenza è la base di quello che potete insegnare a vostro figlio: se capisce che quello che ascolta e vede sono coerenti, probabilmente inizierà a forgiare la sua personalità e la sua psicologia a partire da questo e così anche in futuro. Vostro figlio vi ammira e vi vede come il proprio specchio nel quale può riflettersi quando ha qualche dubbio, da qui deriva la sfida e lo sforzo di un genitore.

domenica 13 marzo 2016

REPORTAGE Come insegnare la letteratura a scuola?




Claudio Giunta, insegnante e saggista
Càpita che gli studenti del primo anno di lettere non abbiano letto più di tre o quattro libri seri in vita loro, che non sappiano come finiscono I promessi sposi (si sposano? Non si sposano? Muoiono una sulla tomba dell’altro?) o la Commedia(vede Dio? Non lo vede? Lo vede “in un certo senso”?), però sanno quasi sempre che cos’è una metonimia (o sineddoche). È “la parte per il tutto”: bere un bicchiere, fare quattro passi. La maggior parte sa anche che cos’è un’anadiplosi, un poliptoto; i più studiosi arrivano alla prosopopea, all’ipallage.

L’inverno e la primavera


"Per ottenere rispetto ed amore non serve utilizzare la forza ed incutere paura, i migliori risultati si ottengono con la bontà a la sensibilità"... è la morale di questa bella favola di Esopo.
L'inverno e la primavera
La Primavera e l’Inverno sono due stagioni completamente opposte che non sono mai riuscite a trovare la corretta armonia per andare d’accordo. Fortunatamente esse non devono convivere, infatti, quando compare una deve umilmente ritirarsi l’altro.
Un giorno il signor Inverno si trovò faccia a faccia con la giovane signorina Primavera. L’anziana stagione, con quella sua aria sapiente prese a dire:
- “Mia cara amica, tu non sai essere decisa e determinata. Quando giunge il tuo periodo annuale, le persone e gli animali ne approfittano per precipitarsi fuori dalle loro case o dalle loro tane e si riversano in quei prati che tu, con tanta premura, hai provveduto a far fiorire. Essi strappano i giovani arbusti, calpestano senza pietà l’erba e assorbono ogni sorso di quel sole splendente che, col tuo arrivo diventa più caldo. I tuoi frutti vengono ignobilmente raccolti e divorati e infine, con il baccano e la cagnara che tutti fanno, non ti permettono neppure di riposare in pace. Invece io incuto timore e rispetto con le mie nebbie, il freddo e il gelo. La gente si rintana in casa e non esce quasi mai per paura del brutto tempo e così mi lascia riposare tranquillo”.
La bella e dolce Primavera, colpita da quelle parole, rispose:
- “Il mio arrivo è desiderato da tutti e le persone mi amano. Tu non puoi nemmeno immaginare cosa significhi essere tanto apprezzati. E’ una sensazione bellissima che non potrai mai provare perché con il freddo che porti al tuo arrivo anche i cuori più caldi si raggelano”.
L’inverno non disse più niente e si fermò a riflettere. Forse, essere ammirati ed amati dagli altri, poteva anche essere una bella

A Silvia

animazione ispirata alla poesia ''A Silvia'' di Giacomo Leopardi, nella quale ricorda la giovinezza, la sua cotta per Teresa Fattorini fino al tragico epilogo...

venerdì 11 marzo 2016

The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore


QUANTI ANNI HO IO?

Madre-figlia2
Ho l’età in cui si guardano le cose con più calma, ma con l’interesse di continuare a crescere.
Ho l’età in cui i sogni si iniziano ad accarezzare con le dita e le illusioni diventano speranze.
Ho l’età in cui l’amore a volte è una fiamma impazzita, ansiosa di consumarsi nel fuoco della passione, altre volte è un rifugio di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho io? Non ho bisogno di un numero, i miei desideri avverati e le lacrime che ho versato nel mio cammino per le ambizioni spezzate valgono molto di più.
Cosa importa se copio venti, quaranta o sessant’anni! Quello che conta è l’età che sento di avere.
Ho l’età che mi serve per vivere libero e senza paura. Per andare avanti senza timore per il mio cammino, perché mi accompagnano l’esperienza che ho acquisito e la forza dei miei desideri.
Quanti anni ho io? A chi importa! Ho l’età che mi serve per abbandonare la paura e fare quello che voglio e che sento.
José Saramago

Tra l’infanzia e la vecchiaia c’è un istante chiamato vita

Invecchiare
Non lamentatevi se invecchiate. La vita è un dono che non tutti hanno il privilegio di scartare. È un insieme di sospiri, imprevisti, insegnamenti, piaceri e sofferenze. Per questo, la vita in sé è meravigliosa.
E anche per questo è fondamentale godersi ogni momento, farlo proprio e sentirsi fortunati. Accumulare la giovinezza è un’arte in cui ciò che conta è la vita degli anni e non gli anni della vita. In definitiva, significa dare un senso all’esistenza.
                                                                                                                                    José Saramago    

IL DISTRATTO NON E' MATTO

giovedì 10 marzo 2016

10 marzo 1946

10 marzo 1946 - 70 anni fa per la prima volta in Italia le donne possono partecipare al voto per eleggere le nuove amministrazioni comunali dopo la caduta del fascismo

martedì 8 marzo 2016

gite scolastiche 2 001

Piccolo Principe – poesia sull’autismo

poesia autismoÈ piccolo il mio mondo
e ci sto soltanto io,
non parlo o ti confondo
con strano chiacchierio,
saltelli e gesti strani
col corpo e con le mani
e fisso su qualcosa
lo sguardo mio si posa,
ti chiedi cosa penso,
ti sembro senza senso.
Son alte e forti mura
Costruite intorno a me,
ti faccio un po’ paura,
non sono come te.
È un altro mondo il mio
e tu non riesci a entrare
diversa lingua ho io
e tu non sai capire.
Se solo vuoi provare,
se prendi l’astronave,
potrai da me atterrare
e forse anche capire,
perché, in ogni viaggio,
un nuovo paesaggio
ti apre gli occhi e il cuore,
per renderti migliore.

lunedì 7 marzo 2016

Un bellissimo cortometraggio prodotto dalla Pixar nel 2010 che ha come protagonisti il Giorno e la Notte...


Mai visto un cortometraggio così bello!

DONNA


Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,i capelli diventano bianchi, 
i giorni si trasformano in anni….
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!!!
Madre Teresa di Calcutta

domenica 6 marzo 2016

LA SCUOLA MATERNA CHE INSEGNA FIN DA PICCOLI A COLTIVARE IL PROPRIO CIBO

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Scritto da Germana Carillo
Può l’agricoltura entrare a scuola? Certo che sì, e lo dimostrano alcuni studiosi italiani che recentemente hanno vinto il concorso di idee AWR International Ideas Competition con “Nursery Fields Forever”, una proposta che fonde l'agricoltura urbana con l'istruzione materna.
Loro sono Edoardo Capuzzo Dolcetta, Gabriele Capobianco, Davide Troiani e Jonathan Lazar e hanno in testa un’unica idea: se solo si vuole, i bambini si possono avvicinare alla natura eccome, mettendo al bando quel costante contatto digitale con cui li bombardiamo.
E non solo: scopo del team che opera a Roma è quello di far intendere chela “agricoltura prescolare” serve a far capire ai bambini da dove proviene il loro cibo e come coltivarlo. Secondo il progetto, infatti, si potrà insegnare ai bambini come coltivare e raccogliere il proprio cibo, come interagire con gli animali, conoscere le energie rinnovabili dalle turbine eoliche e dai pannelli solari che saranno installati in loco.
In parte fattoria e in parte scuola, la “Nursery Fields Forever” segue per l’apprendimento tre tipi di approccio: imparare dalla natura, imparare dalla tecnica e imparare dalla pratica. “Pensiamo che i bambini dovrebbero stare a contatto con la natura – spiega Edoardo Capuzzo Dolcetta – così abbiamo progettato questa strana scuola: niente aule, ma spazi aperti dove le verdure crescono e gli animali possono stare liberi. Si tratta di una miscelazione delle due cose, la scuola e la natura”             
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Cortometraggio: lasciate che i bambini scelgano la loro strada!



È normale che ogni padre, ogni genitore, desideri trasmettere a suo figlio le proprie abitudini, poiché si sente in possesso di una “saggezza” assoluta. Ma la verità è che sono proprio i bambini, molte volte, a costringerci a rivedere i nostri schemi mentali.
Nel cortometraggio vediamo un bambino in una barca insieme al padre e il nonno, immersi in uno scenario di assoluta magia. E, come in ogni rito di passaggio che si rispetti, anche il bambino riceve il suo cappello di “spazzino delle stelle”, uguale a quello che indossano i suoi familiari. È pronto a intraprendere la professione.
Ma… che cosa succede? Il compito di spazzare le stelle che cadono e ricoprono la luna, per quanto possa sembrare semplice, ogni tanto ha qualche complicazione. Il problema è che, a volte, le azioni ripetute ogni giorno non ci fanno più aguzzare l’ingegno, così l’abitudine ha ormai fatto perdere l’innocenza al nonno e al papà.
Ed è proprio a quel punto che il bambino con la luna negli occhi si fa avanti con decisione e coraggio, riuscendo a risolvere la situazione in un modo che non sarebbe mai venuto in mente alle generazioni precedenti.
Il bambino diventa così, un vero “Piccolo Principe”. Mette in atto il pensiero laterale, o ragionamento creativo, che solo un bambino sveglio e innocente è in grado di sviluppare.
Si allontana dagli schemi paterni per dare sfogo al suo ingegno, rappresentando una nuova generazione che è in grado di farsi strada da sola, che non rifiuta l’aiuto familiare, ma dimostra di possedere anche nuove capacità.
Mentre gli adulti discutono, il bambino agisce. Perché sono proprio loro, i bambini, ad avere la capacità di sapersi allontanare dai formalismi, da quello che è prevedibile, dalle abitudini. Ed è così che rompono gli schemi, e riescono ad avanzare.

venerdì 4 marzo 2016

CARO SOCRATE

Caro Socrate,
Socrate-1sono Matteo Coghe, uno studente del Liceo delle Scienze Umane “Niccolò Tommaseo” di Cagliari, la nostra professoressa di filosofia durante le ultime lezioni ci ha parlato di te, delle tue opere e in particolare del tuo pensiero che, da quanto ho potuto apprezzare, mi pare possa essere per certi aspetti molto attuale e ancora utile e applicabile anche ai nostri giorni, soprattutto da noi giovani. Io vivo in una società molto diversa dalla tua, dove tutto scorre ad una velocità impressionante; la vita è frenetica e i rapporti tra le persone sono spesso freddi, privi di affetti, competitivi o, peggio, interessati. La mia è una società che sembra non avere tempo per ascoltare, per riflettere, per confrontarsi. Spesso io e i miei coetanei siamo quasi risucchiati dal mondo virtuale della rete, dove tutto si svolge con una certa aggressività e dove ogni cosa sembra che non abbia un’anima e i sentimenti non possano esistere.

Caro Socrate, forse per te è difficile immaginare la rete. Provo a spiegarti di cosa si tratta: la rete

Punire è inutile e dannoso

Educare non puniredi Lorenzo Calia - Redazione di UPPA, Roma
L’opinione degli esperti di pedagogia è unanime: le punizioni compromettono il rapporto tra genitori e figli e non educano
In un’indagine pubblicata nel 2012 da Save the Children emergono dati molto interessanti sul tema delle punizioni fisiche in Italia: quasi la metà degli intervistati ricorre alle punizioni fisiche come metodo educativo, mentre circa il 5% lo fa quotidianamente. In una famiglia su venti la violenza fisica è all’ordine del giorno.
Non finisce qui: meno di un terzo degli intervistati si ritiene totalmente contrario all’uso della violenza come sistema educativo, mentre circa un genitore su quattro considera efficace la punizione corporale. La situazione è allarmante, non solo perché la punizione fisica è degradante per il bambino e per il genitore, ma soprattutto perché è completamente inutile.
Molti studi in ambito psicologico e pedagogico hanno ormai dimostrato che le punizioni non hanno alcun effetto correttivo del comportamento e compromettono il rapporto di fiducia tra chi le subisce e chi le infligge. Inoltre, i bambini che vengono puniti fisicamente, hanno maggiore probabilità di sviluppare atteggiamenti aggressivi nei confronti dei genitori.
Ogni genitore sa che, in alcuni momenti, i bambini hanno bisogno di essere corretti per modificare alcuni comportamenti inadeguati, ma per fare ciò servono regole, più che punizioni. Nel momento in cui la persona che educa sa assumere una modalità ferma, la sua autorevolezza sarà tale che la punizione risulterà superflua.

giovedì 3 marzo 2016

COSA FAREBBE IL TUO IDOLO AL TUO POSTO,SE DOVESSE AFFRONTARE UNA SITUAZIONE COMPLICATA?

Per esempio, quando un bambino o una bambina affronta una paura, è bene aiutarlo/a a sentirsi identificato/a con un personaggio di finzione che ammira. In questo modo, possiamo giocare con lui/lei immaginando cosa farebbe il suo idolo al suo posto,se dovesse affrontare una situazione complicata.
bambina nella cameretta
Se organizziamo una serie di giochi di questo tipo o di altri come le marionette, il rilassamento o l’esplorazione corporea, riusciremo a far acquisire al bambino le abilità necessarie per gestire le sue emozioni.Questo si tradurrà, inoltre, in un grato autoriconoscimento, il quale fomenterà l’interesse dei bambini nel lavorare su aspetti dei quali ancora non riescono a comprendere la complessità. Grazie a questo, coltiveremo lo sviluppo di una autostima sana, basata sul rispetto di se stessi e sul conseguimento reale e personale dei propri successi.

GIOCARE E' IL LAVORO DEI BAMBINI

bambina con palloncino rosa
Se c’è un modo per poter articolare l’apprendimento emotivo infantile, è tramite il gioco.
Il miglior modo di insegnare loro abilità che permettano loro di gestire le emozioni è attraverso il gioco; in questo modo, offriremo loro l’opportunità di imparare e mettere in atto nuovi modi di sentire, pensare ed agire.
In aggiunta, possiamo diventare parte integrante del processo di apprendimento emotivo in modo tremendamente efficiente. Di fatto, una volta introdotta una dinamica attrattiva, la curiosità e la ripetizione che il bambino attiverà nei confronti di qualcosa che lo diverte faranno il resto del lavoro.

CHE IL SORRISO SERVA LORO DA OMBRELLO

disegno bambini seduti che si tengono per mano
Sapendo che la serotonina è l’ormone principale della regolazione del nostro stato d’animo, possiamo aiutare il nostro cervello a produrla in modo naturale. Per regolarla, è sufficiente mantenere una dieta sana, dormire a sufficienza oppure fare attività fisica in modo abituale.
Affinché i bambini godano di una corretta salute emotiva, dobbiamo introdurre nella loro vita queste abitudini. In questo modo, il loro cervello si troverà nelle condizioni ottimali per evitare il sovraccarico di energia derivato dallo stress e dalla paura.
Bisogna sottolineare, come curiosità, che i ricercatori affermano che dire ai nostri bambini di sorridere e che le cose andranno per il meglio è davvero utile. Di fatto, alla luce dei dati, emerge che gli esseri umani possono equilibrare i propri livelli di serotonina con un semplice sorriso.

NUTRENDO I BAMBINI D'AMORE, LE PAURE MORIRANNO DI FAME

bambini amati
L’aspetto più interessante del farsi carico dell’educazione emotiva dei propri figli è che, tramite essa, si cambia la chimica dei loro cervelli o, in altre parole, si dà loro la possibilità di controllare la propria biologia. L’influenza negativa e penetrante dei mezzi di comunicazione, le pratiche educative poco corrette o l’assenza di rispetto verso le scuole o la società stanno minando le capacità emotive dei nostri bambini.È inevitabile che si verifichino questi cambiamenti sociali, bisogna accettarlo, ma quello che abbiamo nelle nostre mani sono strumenti per potenziare la salute emotiva dei nostri figli. Cosa possiamo fare?

Carta, forbice, sasso, il commovente spot animato contro il bullismo


L’importanza di Carta e Penna per un Pieno Sviluppo delle Capacità dello Studente

importanza di carta e penna

Negli anni, prima da studente poi da insegnante, mi sono resa conto in misura sempre crescentedell’importanza dello scrivere o tracciare segni a mano, del prendere appunti, del disegnare a mano libera e di recente ho scoperto, parlando con un mio amico compositore dell’importanza dello scrivere su carta per comporre musica.
Questo mi ha portato a fare alcune riflessioni e a pormi diversi interrogativi, per i quali ho trovato risposte negli studi di neuroscienze e di psicologia, che qui provo a riassumere.
L’uomo primitivo per esprimersi tracciava dei segni sulle pareti delle grotte, anche per un bambino che non sa scrivere è istintivo prendere un colore o una matita e tracciare un segno su una superficie; seduti sulla sabbia tracciamo con un dito dei segni, che sono espressione di qualcosa, narrata consciamente o inconsciamente, in modo organizzato o meno; attraverso le mani in modo istintivo facciamo fluire in modo semplice e immediato un pensiero: riusciamo a comunicare un saluto, un no, un fermati, … e attraverso le mani nei secoli abbiamo imparato a esprimere con la scrittura un pensiero organizzato.
Le mani sono una appendice del corpo, in comunicazione diretta con il cervello, che nei secoli si è sviluppato congiuntamente alle capacità manuali: manipolative, prensili, tattili … Per mezzo delle mani riusciamo ad attivare in perfetta sincronia diverse aree encefaliche.

martedì 1 marzo 2016

LETTURA VELOCE: punti di fissità e allargamento del campo visivo

Ti proponiamo un esercizio che, come tutti gli altri, devi svolgere con costanza più volte al giorno per diversi giorni. Può sembrare pedante, ma non ci sono altri modi per abituare i tuoi occhi ad uno stile di lettura nuovo e diverso rispetto a quello utilizzato fino ad ora. Quindi coraggio, con buona volontà, con la consapevolezza dei tuoi obiettivi e una buona dose di motivazione esercitati con il testo che trovi in basso.
Non devi far altro che leggerlo rispettando la sua struttura: gli unici movimenti degli occhi devono essere i "salti"da una parte all'altra. Per leggere ogni frammento di rigo devi tenere perciò un solo punto di fissità (il centro del rigo) da cui leggere tutto.
http://guamodi.blogspot.it/2013/06/lettura-veloce-punti-di-fissita-e.html
LETTURA VELOCE: punti di fissità e allargamento del campo visivo

DANIELA LUCANGELI

La professoressa Daniela Lucangeli in questa video lezione ci spiega perchè molto spesso l'insegnamento a scuola spegne le funzioni cognitive degli alunni invece di potenziarle!

A mio parere è grandiosa!