"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:
Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)
Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
...................................................................................................
GLI ALUNNI DELLA CLASSE
1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,
Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni

Grazie a tutti per la collaborazione

martedì 30 settembre 2014

La storia nascosta della razza umana

Una serie di testimonianze documentate riguardanti oggetti incredibili, veri rompicapo per geologi, archeologi e studiosi in genere della storia della razza umana denominati OOPART, acronimo di "Out Of Place Artifact" (Trad. letterale: Artefatti fuori posto) intendendo ritrovamenti archeologici palesemente antichi, ma decisamente fuori dal contesto storico coosciuto (almeno per come ci vogliono far intendere la storia) che costringerebbero la riscrittura dei libri di scuola, dei saggi, dei testi universitari... commento tratto dal canale:http://www.youtube.com/user/Christian... Fonte: canale youtube youtube.com/user/moksha75ar3

La prevalenza femminile nella storia genetica umana

La prevalenza femminile nella storia genetica umanaNel corso della storia dell'umanità la popolazione femminile è stata quasi costantemente più numerosa di quella maschile, dando un contributo maggiore all'attuale patrimonio genetico della nostra specie. Lo ha stabilito uno studio che ha confrontato i tassi di variazione nel DNA mitocondriale, di origine solo materna, e nel cromosoma Y, esclusivamente paterno                                  
http://www.lescienze.it

Molecole organiche ramificate nelle nubi interstellari


Una molecola organica ramificata è stata identificata per la prima volta in una nube di gas dello spazio interstellare
                                                                http://www.lescienze.it

Molecole organiche ramificate nelle nubi interstellari

domenica 28 settembre 2014

FLIPPED CLASSROOM, LA LEZIONE CAPOVOLTA

Flipped classroom, la lezione capovolta. La guida gratuita di OrizzonteScuola

Sapevate che grazie alle nuove tecnologie è possibile far seguire agli studenti una lezione a casa ed usare le ore a scuola per esercitarsi? Scopriamo insieme come, con Erasmo Modica.
Una guida breve, ma che spiega in modo esaustivo cos'è il "Flip Teaching", in che modo può incidere sull'insegnamento e sull'aspetto pedagogico.

                         http://banner.orizzontescuola.it/insegnamento_capovolto.pdf



Espresso4-30114

http://mondodigitale.org/blog/wp-content/uploads/2014/01/Mamma-per-maestra.pdf


LEZIONE  DI FLIPPED CLASSROOM

«L’insegnamento capovolto nasce dal fatto che i vecchi sistemi non funzionano più, i risultati sono inferiori alle aspettative, la formazione dei giovani non corrisponde alle esigenze delle aziende», spiega Maglioni. «L’idea è far vedere ai ragazzi alcuni video sull’argomento da trattare prima della lezione, liberando così in classe un’incredibile quantità di tempo», aggiunge Maglioni. Tempo per esercitazioni in gruppo, laboratori, compiti, studio di casi, approfondimento. Ma anche tempo per seguire, finalmente, i ragazzi con bisogni educativi speciali.
Segui le lezioni:
http://www.slideshare.net/lantichi/dalla-flipped-classroom-agli-eas?related=4



CYBERBULLISMO

Motivazioni per cui i ragazzi vengono "presi di mira" dai coetanei

ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI

INFOGRAFICA
 

sabato 27 settembre 2014

Scava. Scava tra le parole e troverai connessioni inattese che ti lasceranno a bocca aperta.

Caro Enrico,
è un onore condividere i tuoi post, grazie di cuore
Cinzia

"Scava. Scava tra le parole e troverai connessioni inattese che ti lasceranno a bocca aperta.
Scava nelle parole e troverai il modo di divertirti: imparerai ad impilare l’uno sull’altro cocci di storie, sgranerai rosari di significati, scoprirai alberi genealogici dalle radici così antiche da non essere riconoscibili nella lingua che usi oggi per scrivere e parlare.
Scavare vuol dire rendere cavo. Significa asportare una parte, da una materia solida, per formare una cavità. I...l nonno latino di scavare era ex- cavàre, per l’appunto far diventare vuoto. Ciò che è cavo è l’altra parte rispetto al convesso, visto che l’uno e l’altro sono legati indissolubilmente, come diversi che si attraggono per sempre.
L'aggettivo cavo ha una cugina di primo grado che è la caverna, un luogo sotterraneo molto profondo nel quale qualche volta si riesce ad accedere solo passando per un cunicolo. E anche cunicolo è parente di cavo e caverna, come di canale e di scavare.
Tutte queste parole hanno un avo comune. Il loro dna è custodito nella radice indoeuropea kha [k+ha], che indica qualcosa che “si sposta [ha] con un moto curvilineo [k]” e quindi che crea uno “spazio vuoto”. La rappresentazione del moto curvilineo, che ci ricorda il movimento degli astri nel cielo, è una delle più potenti immagini che possiamo conservare nella nostra mente, richiamare a comando per provare piacere e condividere con le persone che ci sono care.
Dalla radice kha, gli antichi greci avevano forgiato la parola chàos, caos, che in origine non voleva dire confusione, disordine, disorganizzazione, come significa oggi in italiano, ma stava ad indicare uno “spazio vuoto”, uno “spazio infinito aperto”, un po’ come il cielo che a quest’idea di moto curvilineo è strettamente connesso.
Chàos era fratello del verbo chàino, che aveva il senso di aprire, di spalancare. Chàsme, del resto, in greco antico voleva dire sbadiglio, proprio perché per sbadigliare si spalanca la bocca.
La bocca si può spalancare perché si ha sonno e si sbadiglia. Ma si può restare a bocca aperta anche per lo stupore. Ne vuoi una prova? Il coniglio. Si chiama così perché ha l’abitudine di scavarsi i cunicoli nella terra per nascondersi. Coniglio da cuniculus.
Scava. Scava tra le parole e troverai connessioni inattese che ti lasceranno a bocca aperta."
ENRICO CERNI
scrittore e formatore in
Corporate University 
 

venerdì 26 settembre 2014

PERCORSI E ATTIVITA' PROGETTATI PER COMPETENZE














I percorsi sono completi di attività, materiali per gli insegnanti, progettazione dei tempi, degli obiettivi e indicazioni sulle avvertenze per la conduzione. Non hanno l’ambizione di essere dei punti di arrivo, ma quella di costituire un punto di partenza dal quale ciascuno possa poi costruire la propria didattica. Si vanno ad aggiungere ai molti altri materiali gratuiti che si possono trovare nel PORTALE DELLE COMPETENZE LOESCHER (clicca per collegarti al portale delle competenze). Sono adatti per la scuola media/superiore di primo grado!

I QUADERNI EDITI DA  Loescher  LI POTETE SCARICARE LIBERAMENTE E GRATUITAMENTE CLICCANDO SU OGNI TITOLO SI SCARICANO I PDF DEI QUADERNI, OPPURE ANDANDO NEL PORTALE DELLE COMPETENZE LOESCHER SI SCARICANO TUTTI, CLICCANDO SU QUADERNI DELLE COMPETENZE E POI ANDANDO A FONDO PAGINA:


  1. ANALIZZO, INTERPRETO, RISOLVO. PERCORSI PER COMPETENZE ASSE MATEMATICO. 
  2. OSSERVO, IPOTIZZO, COMPRENDO. PERCORSI PER COMPETENZE ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO. 
  3. PARLO, LEGGO, SCRIVO. PERCORSI PER COMPETENZE ASSE DEI LINGUAGGI.
  4. QUANDO, DOVE, PERCHE’. PERCORSI PER COMPETENZE ASSE STORICO SOCIALE.

Intervista, Lucangeli: disturbi dell’ apprendimento, troppe diagnosi sbagliate

 


Bambini disgrafici, dislessici, discalculici?  Troppe diagnosi affrettate.  Troppe certificazioni Dsa (di disturbi specifici dell’apprendimento). Molto più spesso invece si tratta di bambini con difficoltà di apprendimento che possono migliorare, e di molto, semplicemente cambiando metodo di insegnamento. La ‘corsa’ a diagnosticare il disturbo dell’apprendimento è un problema che la specialista Daniela Lucangeli non esita a definire allarmante. Tanto che a Vicenza al tema è stato dedicato un convegno, aperto per la prima volta anche i genitori.

Per la prima volta un congresso nazionale sui disturbi e le difficoltà dell’apprendimento non   solo tra esperti, ma aperto anche ai genitori. Il workshop, che rientra nelle iniziative di Confartigianato Impresa famiglia, è stato ospitato in Fiera e all’università a Vicenza, il  30 e 31 marzo scorsi nell’ambito del 29° congresso del Cnis, l’associazione per il coordinamento nazionale degli insegnanti specializzati e la ricerca sulle situazioni di handicap.
“Siamo ormai a livelli di allarme nella diagnosi di disturbi dell’apprendimento -spiega la dottoressa Daniela Lucangeli, presidente del Cnis, professore ordinario di psicologia dello sviluppo e dell’educazione e prorettore dell’università di Padova-  bisogna distinguere tra patologie e difficoltà. Manca il raccordo tra la ricerca e il mondo dei non specialisti e questo crea problemi, si tratta di interrompere informazioni non adeguate che i non specialisti ricevono quando i figli fanno fatica a scuola. Per questo è particolarmente importante questo congresso”.
In sostanza c’è una sorta di corsa alla diagnosi?
Sì, c’è questo rischio perché fa comodo a tutti dare una diagnosi. C’è invece bisogno di capire quando si tratta di  disturbo vero e proprio e quando di difficoltà: i genitori vanno aiutati a non confondere sintomi simili e cause, conseguenze e bisogni diversi. Bisogna riconoscere la patologia ma non patologizzare ciò che è educabile, e non si possono subire condizionamenti perché si rischia più di quanto si aiuti.
Si patologizza di più per scarsa conoscenza o per  convenienza?
Per entrambe. C’è bisogno di un’analisi più attenta e anche di una competenza più specifica nelle istituzioni scolastiche. D’altro canto però la situazione è complessa e di grandissima emergenza e siccome i sintomi sono simili si tende a semplificare. Questo congresso è lungo percorso di confronto col mondo dell’ educazione, ma anche un grido d’ allarme.
Quanti sono i casi in cui si tratta di veri e propri disturbi dell’apprendimento?
I disturbi dell’apprendimento non possono superare il 2,5 – 3% della popolazione. Questo secondo l’ Organizzazione Mondiale della sanità. Invece a scuola fanno fatica 5 bambini su  25: non è possibile . Quello che sappiamo senza alcun dubbio, è che in età plastica del cervello, dal nido fino all’università,  ci sono enormi possibilità di intervenire sulle capacità di apprendimento.
Non ci sono quindi più bambini con problemi rispetto al passato?
Non è possibile. Perché sono fattori che hanno a che fare con aspetti biologici dell’ organizzazione cervello. Se se ci sono 5 bambini con disturbi dell’apprendimento in una classe dovrebbero essercene  anche 5 di eccezionali … Ma è possibile implementare le  potenzialità individuali, basta sapere come si fa. Ecco perché è importante creare un ponte tra ricerca e scuola.
Come si  distinguono i disturbi patologici dalle difficoltà nell’apprendimento?
Il disturbo patologico c’è fin dalla nascita ed è persistente. Per distinguere con chiarezza il disturbo dalla difficoltà si valuta la resistenza al trattamento: nella difficoltà strategie giuste di insegnamento migliorano significativamente la capacità di apprendere, mentre nel disturbo persiste una condizione non adeguata alle caratteristiche dell’età. 
Quando il bimbo ha un problema di apprendimento il genitore si preoccupa e pensa subito allo specialista. Quali sono i passi giusti da fare in questi casi?
La legge dice che scuola deve fare il meglio per ottenere il successo formativo, cioè anche chiedere aiuto a specialisti. Ma la prima richiesta va fatta alla scuola, ed è quella di modificare le strategie didattiche. Il primo passo del genitore non è andare subito dal neuropsichiatra, ma appunto valutare se il bambino modifica le proprie strategie al modificare delle strategie di insegnamento a scuola.
Lei dirige anche il centro regionale per bimbi con difficoltà di apprendimento, cioè non patologici. In quanto tempo si ottengono miglioramenti? E come fare perché questa sia un’opportunità per tanti?
L’80% dei bambini migliora significativamente con 20-30 ore di trattamento didattico specializzato. L’accademia mondiale dello Iard (accademia sulle difficoltà dell’apprendimento, ndr) terrà proprio a giugno a Padova il suo  congresso mondiale proprio per dare risalto scientifico ai nostri risultati che evidenziano come usando strategie didattiche si plasticizzano funzioni cognitive. L’obiettivo non è che siano centri esterni ad occuparsi di questo, ma che si faccia direttamente nelle scuole.
Lei al congresso terrà una conferenza magistrale sugli effetti rischiosi dell’ eccesso dei compiti per casa. Ma quando i compiti sono davvero utili?
Alle elementari i bambini già stanno a scuola molte ore, se i compiti li impegnano per più di un’ora o un’ora e mezza, non solo ne va della qualità del loro lavoro, ma la scuola brucia loro tutto il tempo di vita. E bimbi hanno bisogno cognitivo di gioco e di tempo a loro misura. Ovviamente l’apprendimento va stabilizzato a casa, ma se viene richiesto un approccio prestazionale questo renderà deboli le strategie intelligenti e stabilizzerà quelle ripetitive e quindi un apprendimento passivo e a breve termine. Per questo troppi compiti invece di essere utili sono rischiosi.
I genitori di bambini che invece non hanno compiti da fare si devono preoccupare?
Troppo fa male, niente anche. L’obiettivo dei compiti è assimilare ciò che si apprende a scuola e favorire l’autonomia nel metodo. Non c’è una ricetta, sta agli insegnanti misurare il carico quantitativo e qualitativo. Ma, in generale, diciamo che una mezz’ora almeno a casa sui libri non fa male, due ore sì.
Per i ragazzi più grandi la situazione è ancora più complessa. Ritiene che andrebbero insegnate strategie per fissare le informazioni e collegarle come la tecnica dei loci di Cicerone piuttosto che la conversione fonetica di Leibnitz?
Esistono vere e proprie strategie per l’ apprendimento attivo in modo che lo studente monitori la comprensione e fissi le informazioni variando strategia a seconda della materia. Sono meccanismi che evolvono naturalmente nello sviluppo, ma dipende da quanto la mente viene istruita a questo. Queste strategie bisogna insegnarle e chi lo fa ne vede i frutti. Ma se con tutte le ore che chiediamo ai ragazzi sui libri non ci sono risultati in proporzione, è evidente che qualche domanda dobbiamo porcela …
Pubblicato su ‘Il Giornale di Vicenza’ il 30 marzo 2012 pag. 7

martedì 23 settembre 2014

L'inno Ufficiale della Regione Siciliana è intitolato "Madreterra" ed è stato composto dal Maestro Vincenzo Spampinato.

Logo della Regione Siciliana

TESTO MADRETERRA

 Sei tu il sorriso che fa ritornare
sei la Montagna di cui senti il cuore
con l'universo non ti cambierei!
Madreterra di Uomini e Dei
Sei tu l'inverno che riesce a scaldare
l'estate antica che fa innamorare
sei la cometa che io seguirei
Madreterra di Uomini e Dei
Sicilia terra mia triangolo di luce in mezzo al mondo
Sicilia terra mia un sole onesto che non ha tramonto!
Sicilia sei così... il paradiso è qui!
Tra le tue braccia è nata la Storia
sulla tua bocca « Fratelli d'Italia »!
e per difenderti io morirei
Madreterra di Uomini e Dei
Sicilia terra mia triangolo di pace per il mondo
Sicilia terra mia tu « rosa aulentissima » nel tempo
Sicilia terra mia bandiera liberata in mezzo al vento
Sicilia sei così... il paradiso è qui!

venerdì 19 settembre 2014

Garante per la protezione dei dati personali

In vista dell'inizio del nuovo anno scolastico il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato a tutti i soggetti coinvolti (insegnanti, genitori e studenti) una serie di consigli che tengono conto anche di alcune novità introdotte: dall'uso di nuovi strumenti tecnologici come il tablet a quello della pagella elettronica. Ovviamente il diritto alla riservatezza rimane criterio prioritario da salvaguardare e rispettare.

Temi in classe - Non lede la privacy l’insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale. Sta invece nella sensibilità dell’insegnante, nel momento in cui gli elaborati vengono letti in classe, trovare l'equilibrio tra esigenze didattiche e tutela della riservatezza, specialmente se si tratta di argomenti delicati.

Cellulari e tablet - L’uso di cellulari e smartphone è in genere consentito per fini strettamente personali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel rispetto delle persone. Spetta comunque agli istituti scolastici decidere nella loro autonomia come regolamentare o se vietare del tutto l’uso dei cellulari. Non si possono diffondere immagini, video o foto sul web se non con il consenso delle persone riprese. È bene ricordare che la diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità delle persone  può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfino in veri e propri reati. Stesse cautele vanno previste per l'uso dei tablet, se usati a fini di registrazione e non soltanto per fini didattici o per consultare in classe libri elettronici e testi on line.
 
Recite e gite scolastiche - Non violano la privacy le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori durante le recite, le gite e i saggi scolastici. Le immagini in questi casi sono raccolte a fini personali e destinati ad un ambito familiare o amicale. Nel caso si intendesse pubblicarle o diffonderle in rete, anche sui social network, è necessario ottenere il consenso delle persone presenti nei video o nelle foto.
 
Retta e servizio mensa - É illecito pubblicare sul sito della scuola il nome e cognome degli studenti i cui genitori sono in ritardo nel pagamento della retta o del servizio mensa. Lo stesso vale per gli studenti che usufruiscono gratuitamente del servizio mensa in quanto appartenenti a famiglie con reddito minimo o a fasce deboli. Gli avvisi messi on line devono avere carattere generale, mentre alle singole persone ci si deve rivolgere con comunicazioni di carattere individuale. A salvaguardia della trasparenza sulla gestione delle risorse scolastiche, restano ferme le regole sull'accesso ai documenti amministrativi da parte delle persone interessate.

Telecamere - Si possono in generale installare telecamere all'interno degli istituti scolastici, ma devono funzionare solo negli orari di chiusura degli istituti e la loro presenza deve essere segnalata con cartelli. Se le riprese riguardano l'esterno della scuola, l'angolo visuale delle telecamere deve essere opportunamente delimitato. Le immagini registrare devono essere cancellate in generale dopo 24 ore.
 
Inserimento professionale - Al fine di agevolare l'orientamento, la formazione e l'inserimento professionale le scuole, su richiesta degli studenti, possono comunicare e diffondere alle aziende private e alle pubbliche amministrazioni i dati personali dei ragazzi.
 
Questionari per attività di ricerca - L’attività di ricerca con la raccolta di informazioni personali tramite questionari da sottoporre agli studenti è consentita solo se ragazzi e genitori sono stati prima informati sugli scopi delle ricerca, le modalità del trattamento e le misure di sicurezza adottate. Gli studenti e i genitori devono essere lasciati liberi di non aderire all'iniziativa.
Iscrizione e registri on line, pagella elettronica - In attesa di poter esprimere il previsto parere sui provvedimenti attuativi del ministero dell’Istruzione riguardo all'iscrizione on line degli studenti, all'adozione dei registri on line e alla consultazione della pagella via web, il Garante auspica l’adozione di adeguate misure di sicurezza a protezione dei dati.
 
Voti, scrutini, esami di Stato - I voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato sono pubblici. Le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette ad un regime di trasparenza e il regime della loro conoscibilità è stabilito dal Ministero dell'istruzione. E' necessario però, nel pubblicare voti degli scrutini e degli esami nei tabelloni, che l'istituto eviti di fornire, anche indirettamente, informazioni sulle condizioni di salute degli studenti: il riferimento alle "prove differenziate" sostenute dagli studenti portatori di handicap, ad esempio, non va inserito nei tabelloni, ma deve essere indicato solamente nell'attestazione da rilasciare allo studente.
 
Trattamento dei dati personali - Le scuole devono rendere noto alle famiglie e ai ragazzi, attraverso un'adeguata informativa, quali dati raccolgono e come li utilizzano. Spesso le scuole utilizzano nella loro attività quotidiana dati delicati  - come quelli riguardanti le origini etniche, le convinzioni religiose, lo stato di salute - anche per fornire semplici servizi, come ad esempio la mensa. E' bene ricordare che nel trattare  queste categorie di informazioni gli istituti scolastici devono porre estrema cautela, in conformità al regolamento sui dati sensibili adottato dal Ministero dell'istruzione. Famiglie e studenti hanno diritto di conoscere quali informazioni sono trattate dall'istituto scolastico, farle rettificare se inesatte, incomplete o non aggiornate.

ATTI DI BULLISMO

                                        

"Gli atti di bullismo a scuola non hanno conseguenze soltanto per gli attori direttamente coinvolgi, gli alunni, ma possono avere risvolti anche per l'amministrazione e i docenti.
Le responsabilità giuridiche degli operatori scolastici sono disciplinate dall'art. 28 della Costituzione: "I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici". L'articolo in questione rende responsabile lo Stato per i danni commessi dai propri dipendenti."
Altro riferimento è l'art. 61 della Legge 11 luglio 1980 n. 312 che disciplina della responsabilità patrimoniale del personale direttivo, docente, educativo e non docente: "La responsabilità patrimoniale del personale direttivo, docente, educativo e non docente della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica dello Stato e delle istituzioni educative statali per danni arrecati direttamente all'Amministrazione in connessione a comportamenti degli alunni è limitata ai soli casi di dolo o colpa grave nell'esercizio della vigilanza sugli alunni stessi. La limitazione di cui al comma precedente si applica anche alla responsabilità del predetto personale verso l'Amministrazione che risarcisca il terzo dei danni subiti per comportamenti degli alunni sottoposti alla vigilanza. Salvo rivalsa nei casi di dolo o colpa grave, l'Amministrazione si surroga al personale medesimo nelle responsabilità civili derivanti da azioni giudiziarie promosse da terzi."
L'Amministrazione scolastica, cioè il Ministero, è direttamente responsabile del danno cagionato a minore nel tempo in cui è sottoposto alla vigilanza. Quindi, nel caso di un fatto dannoso commesso dall'alunno a se stesso o ad un terzo, l'Amministrazione si surroga al personale docente nella responsabilità civile. I genitori dovranno citare, dunque l'amministrazione scolastica per ottenere il risarcimento.
Il docente rimane estraneo nel rapporto processuale, ma può successivamente essere chiamato a rispondere in "rivalsa" dinanzi alla Corte dei Conti dall'Amministrazione scolastica che sia stata condannata al risarcimento dei danni in favore del danneggiato, in forza della sentenza del Giudice civile, nelle sole ipotesi di dolo o colpa grave, quale elemento psicologico essenziale del fatto illecito (Cass. civ., Sez Un., n. 9346/02, Cass. civ, Sez III, 2939/2005)
Il dossier prende anche un esempio pratico, di un bambino caduto dalla tromba delle scale della scuola al momento dell'uscita. Secondo la sentenza, è stata accertata la responsabilità dell'insegnante 64enne, nella misura del 20%; perciò a fronte di un risarcimento danni di 120milioni di lire, l'insegnante è stato condannato a partecipare con 24milioni. Elementi attenuanti sono stati ritenuti: l'età avanzata del docente, il suo impeccabile curriculum vitae, le condizioni economiche, il suo stato di salute, l'esuberanza degli alunni, la pericolosità oggettiva della scala, la mancanza di misure preventive da parte dell'Amministrazione."
 

lunedì 15 settembre 2014

 
 
Se non lo conoscete già prendetevi un quarto d’ora e immergetevi nel fantastico mondo dei libri volanti di Mr Morris Lessmore.
 
 
 
 

Una delle migliori “promozioni” per promuovere la lettura: un cortometraggio eccezionale

sabato 13 settembre 2014

BUON ANNO SCOLASTICO A TUTTI I MIEI BAMBINI, 

AI GENITORI

"...e a tutti quelli che rendono la scuola un ambiente privilegiato  per esperienze nuove e stimolanti, NON una inutile appendice della vita   quotidiana..."








(prove tecniche)

blog in costruzione

venerdì 12 settembre 2014

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA CHE VORREI


Oggi hanno condiviso con me un brano eccezionale,  scritto dal prof. Alessandro D'Avenia per Avvenire (10 settembre 2011). Talmente m'è piaciuto, che ho voluto leggerlo e condividerlo con tutti voi...


""Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.