"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:
Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)
Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
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GLI ALUNNI DELLA CLASSE
1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,
Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni

Grazie a tutti per la collaborazione

domenica 26 ottobre 2014

La Frutta Martorana e i dolci siciliani della Commemorazione dei Defunti

La frutta di Martorana è un dolce tipico della Sicilia realizzato a base di pasta di mandorle, a cui viene data la forma di frutto, a volte anche di ortaggi o pesci, e poi dipinta tramite l’uso di coloranti alimentari.
01È un dolce antichissimo, che viene preparato ancora oggi in occasione delle celebrazioni dei morti, e che veniva una volta realizzato presso i monasteri, in particolare presso il monastero benedettino di Santa Caterina, sito in Palermo, e il convento della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio. Questo particolare dolce, semplice e saporito, è infatti soprattutto tipico della provincia di Palermo, ed in seguito si è diffuso nell’agrigentino e nel trapanese. Il suo nome deriva da Eloisa Martorana, nobildonna del Medioevo, che nel 1194 fondò la chiesa della Martorana, oggi conosciuta come chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio. La frutta veniva preparata dalle suore del monastero in occasione della visita di un alto prelato del tempo. Il giardino, che quell’anno era spoglio di primizie, venne così abbellito da dolci a base di farina di mandorle e zucchero, un’idea che piacque così tanto all’alto prelato, che la frutta prese anche il nome di pasta reale.
Oggi viene realizzata per le celebrazioni del 2 novembre, e viene spesso regalata in cesti, i tradizionali ‘cannistri’, assieme alla frutta secca, dono dei cari estinti ai familiari superstiti. In Sicilia infatti si crede che nella notte tra il 1 e il 2 novembre, i morti tornino alla città e lascino dei regali ai propri cari, soprattutto dolci, tra cui la frutta martorana, oggi emblema della regione assieme al cannolo, nonché prodotto agroalimentare tradizionale tipico (P.A.T.), iscritto nelle liste del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Altra preparazione tipica siciliana della Commemorazione dei Defunti, sono le ‘ossa di morto’, biscotti semplici con un impasto a base di zucchero, farina e albume d’uovo aromatizzato con chiodi di garofano; vengono chiamate anche “Paste di Garofano” e sono molto simili ai dolci che vengono preparati nel senese, in Piemonte, in Lombardia e in provincia di Venezia.
Alla famiglia della pasta reale siciliana, appartengono invece le ‘Dita d’Apostolo’, dolce a forma di mano a base di pasta all’uovo che viene riempito con una semplice crema di ricotta e panna; e i ‘Pupi ri zuccaro’ o ‘pupaccena’, statuine di zucchero colorate volte a rappresentare i dipartiti o figure tradizionali come i Paladini.
È tradizione europea ma soprattutto italiana, realizzare dolci, in particolare biscotti secchi, per le celebrazioni dei defunti; normalmente in forma di mano o dita, ma anche di ossa, hanno il compito di evocare proprio la figura del caro scomparso. A questa tradizione appartiene il pane a forma di due mani intrecciate, che viene servito in Sicilia, o il “Pane dei Morti” lombardo, composto da ostie sormontate da panini dolci arricchiti con frutta candita.
Un’altra tradizione vuole che durante la giornata del 2 novembre vengano servite delle fave, che sin dall’Antichità venivano identificate come il luogo in cui veniva custodita l’anima del caro deceduto. È forse per questo motivo che sono nate le “fave da morto” o “fave dolci”, pasticcini alla mandorla di forma ovoidale, che in Lombardia, Marche e Umbria vengono serviti con una decorazione di zucchero a velo; simili alle “favette dei Morti”, dolci sia croccanti che morbidi a base di mandorla, diffusi un po’ in tutto il Nord-Est d’Italia. Un’altra tradizione vuole la realizzazione anche di preparazioni a forma di cavallo, come i “Cavalli”, grosse pagnotte di pane del Trentino-Alto Adige, probabilmente legate ai festeggiamenti che ricadono sotto i riti pagani dedicati a Proserpina.