"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:
Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)
Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
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GLI ALUNNI DELLA CLASSE
1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,
Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni

Grazie a tutti per la collaborazione

giovedì 11 dicembre 2014

Il punto di Peter H. Reynolds


La lezione di disegno è terminata, ma Vashti resta incollata alla sedia.
Il foglio sul banco è più pulito che mai!
La sua insegnante osserva il foglio bianco.
“Ah, un orso polare in una tempesta di neve” dice.
“Molto divertente!” esclama Vashti.
“É che proprio non so disegnare!”.
L’insegnante sorride.
“Fai un punto, un semplice punto e poi guarda dove ti conduce”.
Vashti afferra un pennarello e lo scaglia sul foglio.
“Ecco!”
La maestra prende la pagina e la esamina con attenzione.
“Uhmmmmm…”
Poi porge il foglio a Vashti e dice pacatamente:
“Adesso firmalo”.
La bambina resta pensierosa per un istante
“Bè, forse non so disegnare, ma almeno so fare la mia firma”.
La settimana successiva, quando Vashti entra nell’aula di disegno, resta sorpresa nel vedere un certo quadro appeso dietro la cattedra.
É il piccolo punto che aveva disegnato lei: il SUO PUNTO! Inserito in una splendida cornice dorata!
“Uhm!” medita Vashti “Posso senz’altro disegnare un punto più bello di questo!”
Apre quindi la sua scatola di acquerelli nuova e si mette al lavoro.
La bambina dipinge a lungo.
Un punto giallo, uno verde, uno rosso e uno blu.
Il blu si mischia al rosso, e così Vashti scopre come disegnare un punto viola.
Continua a fare prove, disegnando tanti piccoli punti di vari colori.
“Se so fare dei punti piccoli, significa che posso farne anche di grandi”.
Con un pennello più grosso distribuisce i colori su un foglio grande, in modo da disegnare dei punti più grossi.
Riesce persino a creare un punto dipingendoci intorno.
Alcune settimane più tardi, alla mostra di disegno a scuola, i quadri di Vashti hanno un grande successo
A un tratto la piccola nota un bambino che la osserva.
“Sei davvero una grande artista”, le dice. “Anch’io vorrei saper disegnare”.
“Scommetto che ne sei capace”, risponde Vashti.
“Io? No, io no. Non so neanche tirare una riga dritta con il righello”.
Vashti sorride e porge al bambino un foglio di carta.
“Fammi vedere”.
E mentre lui traccia la riga, la matita gli trema in mano.
Vashti da un’occhiata a quel ghirigoro.
Poi dice…
“Adesso… firmalo”.

Dedicato al Signor Matison, il mio insegnante di matematica di scuola media che mi ha incoraggiato a “lasciare la mia impronta” (Peter H. Reynolds)