"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:
Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)
Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
...................................................................................................
GLI ALUNNI DELLA CLASSE
1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,
Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni

Grazie a tutti per la collaborazione

mercoledì 19 novembre 2014



327 pagine di purissime procedure, strumenti ed esempi per sfruttare al massimo le tue abilità di Esperto in Disturbi Evolutivi.
 
L’obiettivo è quello di fornire, anche a chi non è uno specialista, la risposta a due quesiti fondamentali:
– quali sono le caratteristiche dei disturbi dello sviluppo;
– cosa si può fare concretamente per intervenire in modo efficace.
Il libro raccoglie:
– interviste cliniche, da utilizzare per inquadrare il disturbo preso in considerazione;
– una descrizione dettagliata delle caratteristiche dei disturbi evolutivi;
– i criteri diagnostici;
– la presentazione di casi clinici seguiti dagli autori;
– materiali operativi.
Rivolto a
Psicologo; Psichiatra; Neuropsichiatra infantile; Pediatra; Terapista nella neuro e psicomotricità dell'età evolutiva; Terapista occupazionale
 

Addio bancarella, il libro scolastico si compra sull’app

Il libro di carta non scompare ma smartphone e app cambiano il modo in cui li acquistiamo
(Foto: Ap/LaPresse)
Scordatevi i giri per le bancarelle con i libri accatastati, l’affannosa contrattazione per qualche euro di sconto in più o la ricerca dell’annuncio giusto sulla bacheca del liceo. Smartphone e app stanno cambiando il mondo della compravendita di libri scolastici usati. In Italia, per esempio, c’è PickMyBook. Dopo il lancio della piattaforma web (che ha già raccolto numeri interessanti) arriva ora l’app per Android e iOS....
http://www.wired.it/economia/business/2014/11/14/addio-bancarella-libro-scolastico-usato-si-compra-sullapp/utm_content=buffer71c85&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer

martedì 18 novembre 2014

Settimana europea per la riduzione dei rifiuti: iniziative in tutta Europa

Foto: Settimana europea per la riduzione dei rifiuti: iniziative in tutta Europa

Con circa 500 kg di rifiuti urbani all’anno prodotti in media dai cittadini europei, c'è ancora molto da fare per tenere sotto controllo gli sprechi.  Mediamente il 50% dei rifiuti è riciclato, ma esistono grandi differenze tra gli Stati  dell'Ue: molti paesi mandano in discarica oltre il 90% dei rifiuti urbani.

Per far fronte a questi numeri, all'insegna delle “3 R” del Ridurre, Riutilizzare e Riciclare, è stata  pensata la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (SERR), che come tutti gli anni dal 2009 avrà luogo in novembre. L'iniziativa si propone di spingere i cittadini europei a cambiare le proprie abitudini e di stimolare il dibattito sui temi dell’efficienza delle risorse e dell’economia circolare. Il messaggio centrale della Settimana è che i consumatori e le famiglie possono incidere direttamente sulla riduzione dei rifiuti facendo la  spesa in modo più responsabile, riutilizzando i prodotti quando possibile ed effettuando la raccolta differenziata.

La Settimana, che quest'anno avrà luogo dal 22 al 30 novembre, si è ingrandita negli anni per numero di paesi coinvolti e per quantità di azioni svolte- le azioni possono essere registrate da enti, organizzazioni, attività commerciali che vogliano mobilitarsi per la riduzione dei rifiuti. L'edizione del 2013, con 27 Paesi coinvolti e un totale di 12.682 azioni, ha raggiunto livelli di partecipazione da record.  L’Italia con  ben 5399 iniziative si è aggiudicata il primato del paese maggiormente coinvolto...

SEGUE SU: http://www.unimondo.org/Notizie/Settimana-europea-per-la-riduzione-dei-rifiuti-iniziative-in-tutta-Europa-148458
Con circa 500 kg di rifiuti urbani all’anno prodotti in media dai cittadini europei, c'è ancora molto da fare per tenere sotto controllo gli sprechi. Mediamente il 50% dei rifiuti è riciclato, ma esistono grandi differenze tra gli Stati dell'Ue: molti paesi mandano in discarica oltre il 90% dei rifiuti urbani.

Per far fronte a questi numeri, all'insegna delle “3 R” del Ridurre, Riutilizzare e Riciclare, è stata pensata la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (SERR), che come tutti gli anni dal 2009 avrà luogo in novembre. L'iniziativa si propone di spingere i cittadini europei a cambiare le proprie abitudini e di stimolare il dibattito sui temi dell’efficienza delle risorse e dell’economia circolare. Il messaggio centrale della Settimana è che i consumatori e le famiglie possono incidere direttamente sulla riduzione dei rifiuti facendo la spesa in modo più responsabile, riutilizzando i prodotti quando possibile ed effettuando la raccolta differenziata.

La Settimana, che quest'anno avrà luogo dal 22 al 30 novembre, si è ingrandita negli anni per numero di paesi coinvolti e per quantità di azioni svolte- le azioni possono essere registrate da enti, organizzazioni, attività commerciali che vogliano mobilitarsi per la riduzione dei rifiuti. L'edizione del 2013, con 27 Paesi coinvolti e un totale di 12.682 azioni, ha raggiunto livelli di partecipazione da record. L’Italia con ben 5399 iniziative si è aggiudicata il primato del paese maggiormente coinvolto...


SEGUE SU: http://www.unimondo.org/Notizie/Settimana-europea-per-la-riduzione-dei-rifiuti-iniziative-in-tutta-Europa-148458

lunedì 17 novembre 2014

A 13 anni ha deciso di lasciare la scuola. Ascoltate perché, è eccezionale

Il giovane Logan Laplante ama studiare ma si è reso conto di avere un problema con il sistema scolastico. Abbandona la scuola a 13 anni per diventare un « hacker della scuola ». Gi hacker si mettono nelle situazioni o costringono la società a porsi delle domande, dove cè bisogno di risposte per le situazioni sociali che a volte sono diventate incoerenti o addirittura drammatiche.
Questa sembra un po egoista come fare delle copie pirate di un calcolatore, con obiettivi ben precisi oppure salire su un albero e rifiutare di scendere per impedire il disboscamento…. Ma lo hacking è uno dei mezzi più stringenti per la riforma sociale, tanto che difende un codice morale! Logan pensa che gli studenti dovrebbero poter esplorare le loro curiosità, per essere appassionati dello studio e per dare il meglio di loro stessi, per essere in fondo fondo felici!
 
Grazie  prof. Aurelio Simone per aver indicato questo video

Esplora il significato del termine: Scuola, la Ue boccia l’Italia:


Il Rapporto sull’Education: Italia agli ultimi posti per efficacia di insegnamento

di Antonella De Gregorio

Abbandono scolastico elevato, bassa percentuale di laureati, difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, cordoni della borsa stretti, quando si tratta di investire in istruzione: gli studi comparati confermano che l’Italia arranca. Niente di nuovo, niente di buono. ...
http://www.corriere.it/scuola/14_novembre_13/scuola-ue-boccia-l-italia-troppi-abbandoni-poche-risorse-c0a6da52-6b3d-11e4-8c60-d3608edf065a.shtml

domenica 16 novembre 2014

Prometti a te sesso

 
Prometti a te stesso
di essere così forte che nulla potrà disturbare la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso
di parlare di bontà, bellezza, amore ad ogni persona che incontri;
di far sentire a tutti i tuoi amici che c’è qualcosa di grande in loro;
di guardare il lato bello di ogni cosa e di lottare perchè il tuo ottimismo diventi realtà:
Prometti a te stesso
di pensare solo al meglio, di lavorare solo per il meglio, di aspettarti solo il meglio,
di essere entusiasta del successo degli altri come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso
di dimenticare gli errori del passato per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro;
di essere sereno in ogni circostanza, di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;
di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere, da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso
di essere troppo nobile per l’ira, troppo forte per la paura, troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.

Christian L.Larson

venerdì 14 novembre 2014



Certo, si può immaginare quanto sia difficile per una persona vivere in un mondo in cui si vedono cose che gli altri non colgono: per quasi tutti noi, il disegno di Saint Exupery è un cappello mal disegnato, non un boa che ha ingoiato un elefante. Cosa sarà, dunque, di questo bambino che vede le cose diversamente rispetto agli altri? O comunque, anche se gli altri avranno le sue stesse impressioni, probabilmente non le esprimeranno nei loro comportamenti, perché le regole sociali ci spingono a fare quello che fa la maggioranza delle persone, a non essere “diversi” rispetto al gruppo....

La difficoltà è una possibilità: 10 storie incredibili

Diciamocelo: quante volte i nostri ragazzini con Dislessia e DSA sono stati "derisi" come se avessero poche possibilità di riuscita?
Allora ecco per voi 10 brevi racconti di valore di uno o più personaggi che hanno fatto la storia nel campo scientifico, culturale e sportivhttp://gianlopresti.blogspot.it/2014/11/la-difficolta-e-una-possibilita.htmlo, derisi prima ma celebrati dopo...

 http://gianlopresti.blogspot.it/2014/11/la-difficolta-e-una-possibilita.html

 

“Non insegnate ai bambini…”

mamma 10270607_687619637968237_3752715229040468226_nbambino risponde «grazie» perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.
Un bambino si muove sicuro nello spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso lui abbia bisogno di te.
Un bambino quando si fa male piange molto di più se percepisce la tua paura.
Un bambino è un essere pensante, pieno di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia, non sostituirti a lui, ricorda che la sua implicita richiesta è «aiutami a fare da solo».
Quando un bambino cade correndo e tu gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele, purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo più tardi di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni che possono diventare pericolose. Lui capirà.
Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la letteratura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.
Un bambino crede nelle fate se ci credi anche tu.
Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.
«Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così» è una frase da non dire mai.
Un bambino sempre attivo è nella maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non è un paziente da curare con dei farmaci; provate a portarlo il più possibile nella natura.
Un bambino troppo pulito non è un bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la neve, sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.
Un bambino che si veste da solo abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo, non è malvestito ma è un bambino che sceglie secondo i propri gusti.
Un bambino pone sempre tante domande, ricorda che le tue parole sono importanti; meglio un «questo non lo so» se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi sugli specchi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.
Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore, lo legge, attraverso la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso, spaventato, spiegagli perché sei triste, lui è dalla tua parte.
Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile, vale la pena trovare il modo giusto per raccontare con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa comprendere.
Quando la vita è complicata, il bambino lo percepisce, e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa sua.
Il bambino adora la confidenza, ma vuole una madre non un’amica.
Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono, onoriamolo con cura.
(Giorgio Gaber “Non insegnate ai bambini”)

Correttta postura


lunedì 10 novembre 2014

 

Se mostrassero questo video nelle scuole, tutti amerebbero matematica, geometria e Bach

 
La musica, diceva Sant’Agostino, è “scientia bene modulandi”, la scienza del “movimento ben regolato”. E per Lorenz Mitzler, allievo di Johann Sebastian Bach, “la musica è il suono della matematica”. Lo strettissimo legame tra matematica, geometria e musica affascina da secoli musicisti, filosofi e scienziati. Ma a volte un video è in grado di spiegare con un’immediatezza sconosciuta alle parole la magia che lega numeri e suoni. E’ il caso di Baroque.me, l’interattivo realizzato da Alexander Chen, direttore creativo del Google Creative Lab. Disegnando quattro sfere che incrociano le loro orbite con otto corde, Chen ha creato una straordinaria rappresentazione visiva dei rapporti matematici nascosti nel famosissimo preludio della prima Suite per Violoncello di Bach. Se mostrassero questo video nelle scuole, forse matematica, geometria e musica classica sarebbero meno indigeste. Non pensate?
 

9 NOVEMBRE 1989 CROLLA IL MURO DI BERLINO

Nella notte si aprono i varchi di controllo del Muro eretto a Berlino nel 1961. È la fine simbolica della guerra fredda e l’inizio di un processo che porterà un anno dopo alla riunificazione della Germania dell’Est con quella dell’Ovest, sotto la sovranità della Repubblica Federale.

sabato 8 novembre 2014

ACCADDE OGGI:IL PREMIO NOBEL A LUIGI PIRANDELLO

L’Accademia di Svezia conferisce il premio Nobel per la letteratura allo scrittore e drammaturgo siciliano Luigi Pirandello “per il suo audace e ingegnoso rilancio dell’arte drammatica e scenica’’.

giovedì 6 novembre 2014

SAN MARTINO RECITATA DA NANDO GAZZOLO E CANTATA DA FIORELLO


LE RICETTE SICILIANE : BISCOTTI DI SAN MARTINO

L’11 Novembre, in Sicilia, nei tempi passati, S.Martino veniva festeggiato dalle persone ricche che potevano imbandire le loro tavole con prodotti dolciari di vario genere; i poveri, invece, dovevano attendere fino alla domenica successiva, in quanto aspettavano la simanata, cioè il salario settimanale, per potere assaporare i biscotti con il moscato. Nella giornata dell’11 Novembre, in Sicilia, si è soliti consumare i biscotti di San Martino, che hanno diverse varianti, a seconda delle zone in cui ci si trova. A Palermo, in particolare si è soliti mangiare tre tipi di biscotti: quelli semplici, quelli con la marmellata e quelli con la ricotta.
 
Biscotti di San Martino

Questa è la ricetta classica dei biscotti di San Martino, che risultano particolarmente duri. Nella tradizione siciliana, ogni commensale dispone di un bicchiere di moscato di Pantelleria, in cui intingerà il proprio biscotto per renderlo più morbido e gustoso.

 
 
Ingredienti:
  • 1 kg di farina
  • 250 g di strutto
  • 160 g di zucchero
  • 60 g di lievito di birra
  • 40 g di semi di finocchio
  • cannella in polvere
    Mettete in una ciotola grande la farina, al centro ponete lo strutto, lo zucchero, il lievito, precedentemente miscelato ad un po’ di acqua tiepida, i semi di finocchio, e la cannella. Amalgamate fin quando l’impasto non sarà morbido e compatto. Tagliate l’impasto a cilindretti, che avvolgerete a spirale. Poneteli su una teglia imburrata e cuoceteli a forno ben caldo fin quando non saranno ben cotti, ricordandovi che dovranno risultare secchi e duri.
 
Biscotti di San Martino decorati
Questa è la seconda variante dei biscotti di San Martino. Essa si fregia dell’alta pasticceria palermitana, con i suoi sapori e il lavoro certosino di decorazione
 
Ingredienti
  • 1 kg di farina
  • 250 g di strutto
  • 160 g di zucchero
  • 60 g di lievito di birra
  • 40 g di semi di finocchio
  • cannella in polvere
  • Marmellata di albicocche q.b.
  • Glassa di zucchero (100 gr di zucchero e due cucchiai di acqua) q.b.
  • Confetti colorati oppure caramelline q.b.
    Procedete come nella ricetta precedente, ma metteteli in forno a fuoco moderato e tirateli fuori quando sono cotti ma morbidi. Tagliateli a metà e farciteli di marmellata. Spennellate la marmellata anche all'esterno dei dolci e preparate la glassa con 100 gr di zucchero a velo e due cucchiai di acqua, mescolando fin quando non risulta moderatamente densa. Ricopriteli interamente di glassa di zucchero, e decorate con i confetti, le caramelle, e tutto quello che volete. Lasciate asciugare.
     

Biscotti di San Martino ripieni di ricotta
Questa è la terza variante dei biscotti di San Martino
 
Ingredienti
  • 1 kg di farina
  • 250 g di strutto
  • 160 g di zucchero
  • 60 g di lievito di birra
  • 40 g di semi di finocchio
  • cannella in polvere
  • Moscato q.b.
  • Ricotta q.b.
  • Zucchero a velo q.b.
Procedete come nella prima ricetta, metteteli in forno a fuoco moderato e tirateli fuori quando sono cotti ma morbidi. Tagliateli in due parti, facendo attenzione che sia un pezzo per ¼ e l’altro per ¾, e lasciateli raffreddare. Bagnate leggermente le due parti con il moscato. Fra base e “cappello” mettete una buona quantità di ricotta, precedentemente lavorata con un po’ di zucchero. Spolverate la parte superiore con zucchero a velo e cannella in polvere.

GIOSUE' CARDUCCI : SAN MARTINO

 

Durante l'estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto "fare San Martino", cioè traslocare.



 
Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne. Questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata appunto 
« La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini
Va l'aspro odor de i vini
L'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l'uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d'uccelli neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero migrar. »
(San Martino; Giosuè Carducci)

Estate di San Martino: scienza o si tratta solo di mito?

San Martino di ToursL'11 Novembre si celebrerà San Martino, patrono di Belluno e di un centinaio di altri comuni, nonché protettore di albergatori, cavalieri, fanteria, mendicanti, sarti, sinistrati, vendemmiatori e forestieri. La leggenda vuole che proprio in concomitanza di questa data l'Italia, ma anche parte dell'Europa, viva la cosiddetta Estate di San Martino, un periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. 

Ma chi era San Martino?   


Martino di Tours
 nacque a Candes-Saint-Martin il 316 o 317 e fu così chiamato dal padre, importate ufficiale dell'Esercito romano, in onore di Marte, il dio della Guerra. Da adolescente si trasferì con la famiglia a Pavia ove all'età di 15 anni si arruolo nell'esercito. Mandato in Gallia conobbe il Cristianesimo tant'è che si congedò dalle armi divenendo monaco nella regione di Poitiers. Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che diverrà l'episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall'iconografia e dalla aneddotica. Si narra infatti che quando si trovava alle porte della città di Amiens, in una giornata di pioggia, vento e gelo con i suoi soldati, incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. San Martino, contento di avere fatto la carità, spronò il cavallo e se ne andò sotto la pioggia, che cadeva più forte che mai. Ma fatti pochi passi ecco che smise di piovere ed il vento si calmò. Di lì a poco le nubi si diradarono, il cielo divenne sereno e l'aria si fece mite. Il sole cominciò a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. 


Ma c'è un fondo di verità? 

Se esaminiamo la mappa climatologica (1948-2010) della distribuzione della pressione al suolo sull'Europa si evince qualcosa di sorprendente. Sebbene l'Estate di San Martino rimanga una leggenda popolare, essa trova tuttavia un reale riscontro fisico. Infatti la carta A mostra una moderataespansione dell'alta pressione delle Azzorre dalla Spagna verso l'Europa centrale, lasciando invece strade alle correnti perturbate fredde solo sull'Europa nordorientale. A risentirne maggiormente sembrano appunto le regioni centro-settentrionali del Paese, mentre quelle meridionali appaiono penalizzate dalla presenza di un'area di bassa pressione sul Mediterraneo meridionale. 


Situazione che ritroviamo parzialmente anche in quota, come mostrato dalla carte B che evidenzia l'espansione dell'anticiclone delle Azzorre sull'Europa occidentale e parzialmente sulla nostra Penisola. 
  

Come vuole la tradizione l'estate di San Martino solitamente dura tre giorni ed un pochino. La carta C ci mostra la distribuzione della pressione al suolo media sull'Europa nei giorni 11-12-13-14 Novembre dal 1948 al 2010. Anche in questo caso notiamo la presenza di un ponte di alte pressioni che abbraccia gran parte dell'Europa meridionale, inglobando buona parte dell'Italia, specie centro-settentrionale. 

Carta ACarta BCarta C

Malala Yousafzai dona 50 mila dollari del Premio Nobel a Gaza per la ricostruzione delle scuole distrutte dai bombardamenti israeliani

MALALA
Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana che ha recentemente vinto il Premio Nobel per la Pace, donerà 50 mila dollari per la ricostruzione delle scuole di Gaza. I soldi andranno direttamente ad un'agenzia delle Nazioni Unite che sta lavorando nella città della Striscia, devastata dai raid israeliani della scorsa estate.
"I bisogni sono schiaccianti, più della metà della popolazione di Gaza è sotto i 18 anni di età", ha detto Malala alla premiazione del World Children’s Prize a Stoccolma, in accordo con la relazione "Reliefs and Works" delle Nazioni Unite. " Questi ragazzi vogliono e meritano un'istruzione di qualità, e pure una speranza e reali opportunità di costruire un futuro."

"Malala Yousafzay ha combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all'istruzione ed ha mostrato con l'esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione". Con queste parole il presidente del comitato, Thorbjoern Jagland, annunciava la consegna del Nobel alla giovane pakistana. La scelta di donare i soldi alle scuole di Gaza, dimostra nuovamente che a Stoccolma non si sono sbagliati.

sabato 1 novembre 2014

Il giorno che i morti persero la strada di casa – Andrea Camilleri

 

 
Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio. Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. 
Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri