"Aspettarsi che tutti i bambini,della stessa età,imparino allo stesso tempo,usando gli stessi materiali...è come aspettarsi che tutti i bambini della stessa età,indossino allo stesso tempo la stessa taglia di vestiti."
COLLABORANO A QUESTO SITO:Dott.ssa in Giurisprudenza Priscilla Scicolone (Luiss Roma)Dott.ssa in Psicologia Anna La Guzza (Milano)
Docente Universita' Tor Vergata Prof.Aurelio Simone (Roma)
Docente Universita' di Venezia Prof. Enrico Cerni (Venezia)
Dott. Psicoterapeuta Onofrio Peritore (Licata)
Dott. in Psicologia clinica Scicolone Rosario (Lumsa Roma)
Dott. ssa in Danzaterapia (Ada Licata D'Andrea Licata)
Dott. Gianluca Lo Presti Esperto in DSA ADHD
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GLI ALUNNI DELLA CLASSE1^B:Daniele,Arianna,Roberta,VincenzoP.,Hilary,Gemma,Simona,Alessandro R.,Gaetano,Calogero,Francesco,Flavio,AlessandroS.,Serena,Antonino,Antonio,Giorgia,Ferdinando,Alice,Kadija,Alessia,Karim,Alberto,Vincenzo N.,Edisea,Gabriele. Tutti i genitori degli alunni
Grazie a tutti per la collaborazione
lunedì 29 febbraio 2016
L'INTELLIGENZA NUMERICA
La scuola del futuro che la Finlandia ha costruito per superare se stessa

“Una scuola finlandese ancora migliore delle altre scuole finlandesi” dice il sitofinland.fi, del ministero degli affari esteri della Finlandia, presentando la Saunalahti school nella città di Espoo. Come dire, abbiamo superato noi stessi: se le scuole finlandesi sono ai vertici mondiali per qualità di strutture e risultati scolastici degli alunni, la “scuola del futuro” recentemente inaugurata farà anche meglio,diventando “metafora dell’istruzione finlandese contemporanea”. Costruita dalla famosa società di architetti Verstas, ospita 750 studenti, dalla scuola d’infanzia all’adolescenza, in una struttura di 10 mila metri quadri che comprende l’asilo e lo “youth club”, la caffetteria, la biblioteca e la palestra.
Spazi aperti, aria e luce
Spesso gli psicologi sostengono che se cambiamo il nostro approccio all’istruzione e all’educazione, molti alunni cambierebbero il loro atteggiamento verso la scuola e sarebbero portati ad amarla, anziché odiarla. Fatta eccezione per il primo giorno di scuola, infatti, in cui tutti siamo più o meno eccitati dalla novità, per gran parte dei bambini la quotidianità scolastica porta un senso di noia e svilimento. Alla Saunalahti school hanno trovato un modo brillante per risolvere il problema, cominciando proprio dall’edificio.Più che una scuola sembra un museo d’arte modera, pieno di luce e aria.
Gli architetti della Verstas sono stati molto attenti a fare qualcosa di diverso dal tipico design delle scuole pubbliche. Secondo l’architetto Ilkka Salminen, che ha partecipato nella costruzione della scuola con gli altri architetti Väinö Nikkilä, Jussi Palva e Riina Palva, “l’istituto non è pensato solo come un posto dove studiare le materie tradizionali, ma per diventare un punto focale della città di Espoo”. La biblioteca, infatti, è aperta al pubblico di sera, e “c’è una crescente integrazione tra la scuola, l’asilo e lo youth club”.



domenica 28 febbraio 2016
Steve Jobs non voleva che i figli usassero la "sua" tecnologia. Ecco perché
Steve Jobs ha costruito il suo inestimabile impero tecnologico attraverso la creazione di iPod, iPad e iPhone ormai usati in (quasi) tutto il mondo. Ma quando si trattava dei suoi figli, la sua risposta arrivava secca: non voleva li usassero.
Nel 2014, sulle pagine del New York Times, si leggeva un'intervista rilasciata dal fondatore e amministratore delegato della Apple nel 2010, in seguito al lancio del primo iPad Quando gli viene chiesto cosa pensano i figli del nuovo dispositivo, la risposta di Steve Jobs arriva lapidaria: "Non lo conoscono. Dobbiamo limitare l'uso della tecnologia dentro casa da parte dei nostri bambini".
L'immaginario collettivo pensa alla casa di Jobs come al paradiso della tecnologia, caratterizzato da grandi schermi e dispositivi di ogni sorta. Ma non è nemmeno lontanamente così, ha spiegato Steve Jobs al New York Times. Proprio lui, il guru della tecnologia, non ha circondato i figli dei suoi strumenti, come invece sono soliti fare i genitori di oggi. Forse perché gli addetti ai lavori sanno qualcosa che noi non sappiamo.Steve Jobs non è il solo. Questo approccio protettivo nei confronti dei bambini e del dominio della tecnologia è molto comune tra le personalità che, su quelle stesse tecnologie, hanno costruito la loro fortuna. Dello stesso avviso è infatti Chris Anderson, ex direttore del magazine Wired e coofondatore di Robotica 3D, accusato dai figli di essere eccessivamente concentrato sulla tecnologia. Anderson così controbatte: "Conosco i pericoli della tecnologia, li ho vissuti sulla mia pelle e non voglio che accada lo stesso ai miei figli"
"I genitori iperprotettivi creano danni psicologici permanenti nei figli". La ricerca su 5000 volontari nati nel 1946
"L'iperprotettività dei genitori verso i figli, soprattutto durante il periodo dell'infanzia e della crescita, può causare loro dei danni psicologici permanenti da adulti". A mettere in guardia le mamme e i papà dall'essere troppo apprensivi è una nuova ricerca, pubblicata sul Journal of Positive Psychology, una delle più vaste su questo tema. Gli studiosi hanno seguito più di 5000 persone fin dalla loro nascita, nel 1946: dall'analisi è emerso che i partecipanti cresciuti senza genitori troppo "opprimenti" erano proprio quelli che risultavano avere il punteggio più alto in sondaggi riguardanti la felicità e il loro benessere generale.
Se è noto da tempo quanto l'infanzia abbia profondi effetti sulla crescita di un individuo, la ricerca è una delle prime a "calcolare" sul lungo periodo l'impatto di alcuni comportamenti da parte dei genitori. Al contrario di alcuni studi precedenti, secondo i quali i figli con legami molto stretti con madri e padri sono più predisposti a creare una relazione forte con il partner, dagli esperimenti condotti dai ricercatori della University College London è emerso che i più "infelici" erano proprio i volontari che, intervistati all'età di circa quarant'anni, ricordando l'infanzia descrivevano la mamma e il papà come iperprotettivi.
"Un controllo costante, psicologico, sui bambini può limitare la loro indipendenza e può, infine, farli sentire meno capaci di regolare il proprio comportamento in base alle situazioni", spiegano gli studiosi. Invadere la loro privacy o prendere decisioni al posto loro può aumentare il bisogno da parte del piccolo di una o di entrambe le figure genitoriali. Ma ciò non significa lasciare fare ai figli ciò che più vogliono: nessuna ripercussione a livello psicologico c'è stata sui bambini ai quali i genitori ogni tanto vietavano di uscire fuori a giocare.
"I genitori sono vitali per il benessere mentale delle future generazioni - spiega l'autore dello studio, il professor Mai Stafford della Medical Research Council’s Lifelong Health and Ageing unit dell'università inglese -. Da questo punto di vista bisognerebbe ridurre le pressioni economiche e di altro tipo sulle mamme e sui papà, in modo che possano dedicarsi a creare una relazione migliore con i loro figli, senza eccessi".
"Un controllo costante, psicologico, sui bambini può limitare la loro indipendenza e può, infine, farli sentire meno capaci di regolare il proprio comportamento in base alle situazioni", spiegano gli studiosi. Invadere la loro privacy o prendere decisioni al posto loro può aumentare il bisogno da parte del piccolo di una o di entrambe le figure genitoriali. Ma ciò non significa lasciare fare ai figli ciò che più vogliono: nessuna ripercussione a livello psicologico c'è stata sui bambini ai quali i genitori ogni tanto vietavano di uscire fuori a giocare.
"I genitori sono vitali per il benessere mentale delle future generazioni - spiega l'autore dello studio, il professor Mai Stafford della Medical Research Council’s Lifelong Health and Ageing unit dell'università inglese -. Da questo punto di vista bisognerebbe ridurre le pressioni economiche e di altro tipo sulle mamme e sui papà, in modo che possano dedicarsi a creare una relazione migliore con i loro figli, senza eccessi".
Ilaria Betti, L'Huffington Post
Pubblicato:
sabato 27 febbraio 2016
Si dice "Scrivi alla lavagna" o "sulla lavagna"? Le preposizioni: quando le usiamo in modo sbagliato e non ce ne rendiamo conto - Italiano Senza Errori
L'uso delle preposizioni è cambiato molto nel corso del tempo e costrutti che una volta venivano considerati errori oggi sono invece comunemente accettati.
La grammatica, tuttavia, non è sempre una questione di "interpretazione" o di "moda". Gli errori esistono e restano tali.
Per quanto riguarda l'uso delle preposizioni, quindi, vediamo i più frequenti nella tabella riportata in basso:

venerdì 26 febbraio 2016
Edizioni Centro Studi Erickson
Diamo un voto alla gentilezza e alla fantasia? Monica e Rossana Colli, sono d'accordo con Daniele Novara, ma oltre a bocciare il voto propongono le pagelle alternative. Perché anche la gentilezza, la curiosità e la fantasia sono valori importanti che ci identificano e ci fanno crescere
giovedì 25 febbraio 2016
Stati Uniti, i bimbi leggono favole ai cani abbandonati

Migliorare la propria lettura aiutando dei cani abbandonati. L'iniziativa è stata lanciata dalla Humane Society of Missouri, un'associazione che si occupa della cura degli animali in difficoltà, e vede il coinvolgimento di bambini e ragazzini dai 6 ai 15 anni. Questi, dopo una preparazione specifica di dieci ore, leggono favole ai cani con problemi di fiducia nei confronti degli esseri umani, con l'obiettivo di renderli 'adottabili' il prima possibile. Il 'Shelter buddies reading program' è un progetto ambizioso che unisce l'apprendimento alla terapia. "Volevamo aiutare i nostri cani più timidi e traumatizzati senza un'interazione fisica forzata - ha dichiarato il direttore del programma Jo Klepacki - e ascoltare un bambino che legge riesce davvero a calmare questi animali. Siamo sorpresi in maniera positiva dai risultati che abbiamo ottenuto".
Il futuro dell'astronomia a onde gravitazionali

Un secolo fa, quando Albert Einstein per la prima volta aveva previsto l'esistenza delle onde gravitazionali - sottili increspature nello spazio-tempo prodotte da oggetti massicci che sfrecciano nel cosmo - aveva immaginato che non sarebbero mai state osservate. Anche se gli echi di lontane sinfonie celesti si propagano attraverso il tessuto profondo della realtà, Einstein pensava che le loro eteree armonie fossero destinate a rimanere inascoltate per l'eternità.
Lo scorso 11 febbraio, gli scienziati del Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (LIGO) hanno dimostrato che Einstein aveva sia ragione sia torto, annunciando di aver rilevato la prima nota di quella sinfonia cosmica che nessuno avrebbe mai potuto ascoltare. Si trattava di un cinguettio gorgogliante di onde gravitazionali prodotte dalla nascita catastrofica di un buco nero, prodotta dalla fusione di due più piccoli. Emesse in una galassia lontana quando la vita multicellulare iniziava a popolare la Terra, le onde hanno viaggiato alla velocità della luce per più di un miliardo di anni, finendo per investire il nostro pianeta a settembre scorso, e impiegando appena sette millesimi di secondo per attraversare la distanza tra le due stazioni di rilevazione gemelle di LIGO, una in Louisiana e l'altra nello Stato di Washington.
L’ONU premia l’Italia per l’integrazione degli alunni disabili

L’Italia ha ricevuto un importante riconoscimento per l’innovativa normativa sull’integrazione degli studenti con disabilità. Il Miur, infatti, è stato premiato nella sede centrale di Vienna delle Nazioni Unite nell’ambito della Conferenza Progetto Zero, con questa la motivazione: “Esemplare nelle aree dell’innovazione, dei risultati e della trasferibilità, la Legge-quadro n. 104 del 1992 per l’assistenza, l’inclusione sociale e i diritti delle persone con disabilità è eccezionale in quanto essa non soltanto prescrive che tutti gli alunni debbano essere inclusi nelle scuole di tutti gli ordini e grado (incluse le Università), sia pubbliche che private, e partecipare pienamente alla vita scolastica, ma soprattutto perché essa è stata applicata in tutto il Paese, che registra pertanto il più alto livello di inclusione delle persone con disabilità nelle classi ordinarie, e gode di un convinto consenso alla piena inclusione a livello nazionale”.
Trippetto e il cellulare
Molti bambini ricevono il cellulare in dono dalle proprie famiglie e tendono a sacrificare una comunicazione immediata e spontanea con una virtuale. Naturalmente negli anni saranno coinvolti dalla tecnologia, ma è bene che durante l’infanzia conservino il privilegio del gioco e della immediatezza della comunicazione: Trippetto al proposito ha le idee molto chiare… come ci racconta Simona Vezzuto
Illustrazione di Luca Ciancio
Smarty: Ehi Trippy, ho preso un gran voto in topografia…E allora i miei scuciono un po’ di grana e mi comprano il CELLULARE di nuova generazione! Ci pensi?
Trippy: Non è una cosa che mi fa elettrizzare i baffi…
Smarty: Ma perché nella tua tana non c’è Campo?
Trippy: Scherzi? Il babbo coltiva le zucchine, i peperoni, l’insalata, la cicoria, i broccoli…La casa è un po’ topaia ma la campagna è ridente e favolosa…
Smarty: Ma come si può vivere senza WhatsApp?
Trippy: Non solo abbiamo la zappa, ma anche la vanga e il rastrello…
Smarty: Ma se devi raccontare qualcosa a un amico, se gli devi comunicare un messaggio, se vuoi condividere un progetto, come fai?
Trippy: Lo vado a trovare e vuoto il sacco… E facciamo merenda insieme, un momento speciale come il cacio sui maccheroni…
Smarty: Ma in questo modo vuoi stare fuori della Rete?
Trippy: C’è tempo ancora… Mi piace la libertà e non voglio cadere nella trappola…

Smarty: Ehi Trippy, ho preso un gran voto in topografia…E allora i miei scuciono un po’ di grana e mi comprano il CELLULARE di nuova generazione! Ci pensi?
Trippy: Non è una cosa che mi fa elettrizzare i baffi…
Smarty: Ma perché nella tua tana non c’è Campo?
Trippy: Scherzi? Il babbo coltiva le zucchine, i peperoni, l’insalata, la cicoria, i broccoli…La casa è un po’ topaia ma la campagna è ridente e favolosa…
Smarty: Ma come si può vivere senza WhatsApp?
Trippy: Non solo abbiamo la zappa, ma anche la vanga e il rastrello…
Smarty: Ma se devi raccontare qualcosa a un amico, se gli devi comunicare un messaggio, se vuoi condividere un progetto, come fai?
Trippy: Lo vado a trovare e vuoto il sacco… E facciamo merenda insieme, un momento speciale come il cacio sui maccheroni…
Smarty: Ma in questo modo vuoi stare fuori della Rete?
Trippy: C’è tempo ancora… Mi piace la libertà e non voglio cadere nella trappola…
mercoledì 24 febbraio 2016
ll ciclo di Deming o Deming Cycle (ciclo di PDCA - plan–do–check–act)
".....è un modello studiato per il miglioramento continuo della qualità in un'ottica a lungo raggio. Serve per promuovere una cultura della qualità che è tesa al miglioramento continuo dei processi e all'utilizzo ottimale delle risorse. Questo strumento parte dall'assunto che per il raggiungimento del massimo della qualità sia necessaria la costante interazione tra ricerca, progettazione, test, produzione e vendita. Per migliorare la qualità e soddisfare il cliente, le quattro fasi devono ruotare costantemente, tenendo come criterio principale la qualità....."

La sequenza logica dei quattro punti ripetuti per un miglioramento continuo è la seguente:
P - Plan. Pianificazione.
D - Do. Esecuzione del programma, dapprima in contesti circoscritti.
C - Check. Test e controllo, studio e raccolta dei risultati e dei riscontri.
A - Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare il processo (estendere quanto testato dapprima in contesti circoscritti all'intera organizzazione).

La sequenza logica dei quattro punti ripetuti per un miglioramento continuo è la seguente:
P - Plan. Pianificazione.
D - Do. Esecuzione del programma, dapprima in contesti circoscritti.
C - Check. Test e controllo, studio e raccolta dei risultati e dei riscontri.
A - Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare il processo (estendere quanto testato dapprima in contesti circoscritti all'intera organizzazione).
martedì 23 febbraio 2016
7 qualità dell’insegnante di sostegno

1) Sorridente
Portare la felicità, strappare una risata e un abbraccio, devono essere la dote più importante nel nostro lavoro; conquistiamo i bambini trasmettendo loro voglia di fare e di imparare e loro ci ricambieranno con mille soddisfazioni: dopotutto, l’apprendimento passa proprio attraverso le emozioni, no?
2) Elasticità
Molti insegnanti di sostegno sanno bene che possiamo esserci preparati la lezione della nostra vita per quel determinato giorno ma, se l’alunno che seguiamo proprio quel giorno è di luna storta, non ci si può fare proprio niente. Elasticità significa sapersi adattare al momento, abbandonare i progetti che ci eravamo preposti e saper inventare piccole lezioni/attività improvvisate per riuscire a lavorare anche solo 10 minuti.
3) Sostenere con discrezione
Non c’è cosa peggiore dell’insegnante di sostegno incollato al bambino; va a prendere il caffè con lui, lo accompagna in bagno anche se non necessario, gli dà la mano continuamente in fila o mentre è insieme ai compagni ecc. mai visti??? Io sì e mi vien da dire, bell’inclusione! Cerchiamo di essere discreti nel nostro sostegno: dobbiamo essere presenti quando il bambino lo chiede, nei momenti della didattica più impegnativa, ma dobbiamo sapere mantenere le distanze in tutte le altre occasioni, soprattutto nei momenti ricreativi; siamo assegnati alla classe non solo al bambino!
4) Capacità di collaborazione
Ancor più che in altri lavori, l’insegnante di sostegno deve saper collaborare e interagire positivamente con i colleghi; è un aspetto importantissimo non solo nei confronti del bambino e di tutta la classe ma anche per la “sopravvivenza” degli stessi insegnanti: il docente di sostegno è in perenne compresenza con qualche altro insegnante e, se le cose non vanno bene, lavorare diventa una sofferenza. Alzi la mano chi si è trovato costretto a uscire dalla classe con il bambino per poter sopravvivere nelle piccole giungle quotidiane!.
5) Conoscenza del computer come strumento compensativo
Sapere dove trovare giochi didattici, schede e attività on-line è un gran vantaggio nel lavorare con i bambini che hanno bisogno di esercitarsi molto sulle stesse attività, soprattutto quando i libri di scuola sembrano essere sempre più ristretti.
6) Conoscere a fondo il proprio ruolo
Durante gli incontri con gli esperti ci viene richiesto di attuare metodologie proprie di fisioterapisti, logopedisti, psicologi comportamentali ecc.; dobbiamo essere un sostegno per la famiglia che dimostra difficoltà interne o bisogno di comunicare; ci chiedono di portare ai servizi i bambini non autonomi come fossimo assistenti alla persona, e chi più ne ha più ne metta. Tutte queste richieste possono farci confondere e dimenticare il nostro ruolo: noi siamo insegnanti di classe esperti nell’inclusione di tutti i bambini con difficoltà.
7) Competenze e conoscenze teoriche
Lo studio e la preparazione di stampo sociologico, psicologico e pedagogico, sono fondamentali nell’insegnamento in generale, non solo per il sostegno. Diffidate dal “quell’insegnante è bravo, ha tanta esperienza” perché l’esperienza senza preparazione può valere ben poco. Nel sostegno, poi, dobbiamo essere sempre pronti a studiare e a imparare cose nuove: nuovi alunni assegnati, patologie mai incontrate, innovazioni interessanti nelle metodologie didattiche ecc.
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